Luce lascia il Gladiator tra le polemiche

di Redazione

 SANTA MARIA CV. “Sono stufo dell’indifferenza generale palesata in questi due anni a Santa Maria. Ora basta”.

In una lunga video intervista rilasciata a Maurizio Cacciatore, l’ex presidente del Gladiator, Lazzaro Luce, ha spiegato le ragioni che l’hanno portato “a restituire il titolo di serie D nelle mani di Alfonso Salzillo” dal quale l’aveva ricevuto in Eccellenza. Parole al veleno quello che il probabile patron del Savoia ha riservato alla piazza sammaritana, amministrazione comunale e avanguardie economiche in primis.

“Solo adesso, in tutto questo tempo che sono qui, il sindaco si è ricordato di contattarmi;ora che deve affrontare il problema. In questi due anni- ha spiegato l’imprenditore- io e il mio gruppo di amici abbiamo investito qualcosa come 1,5 milioni di euro per riportare Santa Maria nel calcio che conta, e dagli incassi al botteghino abbiamo raccattato 20 mila euro, nemmeno il costo delle pulizie allo stadio”.

In quella che ha definito una piazza “indifferente” l’imprenditore ha contabilizzato nel numero di 30 gli abbonamenti venduti durante la sua gestione, a fronte dei 200 o addirittura 500 di cui avrebbe fatto dono “a sindaco, amministratori e i membri delle istituzioni della città che si sono dimostrati poco avvezzi a mettere mano al portafoglio”.

Aspre critiche sono state indirizzate anche nei confronti del tessuto sociale locale. “Nella cosiddetta Città del Foro, dove ci sono centinaia di avvocati professionisti e imprenditori, io non ho visto un solo euro speso per il Gladiator. Gli stessi commercianti che avevano dato un timido segnale nella mia prima stagione quest’anno sono spariti”.

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Il bilancio anche in termini di ritorno d’immagine di gestione Luce è quindi negativo in relazione agli spalti semivuoti per supportare una compagine che ha affrontato al vertice entrambi i campionati, e che è stata alla ribalta delle cronache calcistiche per il suo record di 28 gare consecutive senza sconfitte. Le ragioni dell’insuccesso del rilancio del Gladiator sono da ricercare nella scarsa ricettività della città, nei “limiti di bacino calcistico della piazza” oppure “nell’incapacità di realizzare operazioni di marketing mirate ad avvicinare il pubblico”.

La querelle mai risolta relativa allo stadio Piccirillo, tuttavia, è stata individuata come causa determinante per il fallimento del progetto. “Una struttura adeguata è essenziale per fare calcio a certi livelli. Non abbiamo neppure potuto ospitare in maniera dignitosa le società amiche sottoposte a pioggia e il freddo d’inverno e caldo d’estate a causa dell’assenza di una qualsiasi copertura sugli spalti”.

“E anche qui ci sono forti responsabilità dell’amministrazione – ha di nuovo attaccato Luce – che ha dimostrato la sua grande disponibilità “a chiacchiere”, tradotta poi nell’abbattimento di 30 metri di tribuna mai più ricostruita”. Santa Maria è ormai alle spalle per l’amareggiato imprenditore che, invece, spende parole al miele per Torre Annunziata. “Già due anni fa ci fu un pour parler con i dirigenti del Savoia circa il mio ingresso nella dirigenza. Allora io non me la sentii di provare un’esperienza in una piazza così importante e scelsi il Gladiator: non ero ancora pronto”. Dopo aver puntualizzato che non c’è nulla di ufficiale, Luce ha dichiarato: “Due giorni fa mi è arrivata una chiamata che non mi ha lasciato di certo insensibile. Torre Annunziata è una delle poche piazze in Campania dove si può fare calcio per prestigio, strutture, storia e passione dei supporter. Dopo aver lasciato Santa Maria mi sono incontrato con dei tifosi del Savoia a cui ho detto che se tornerò a fare calcio lo farò solo a Torre”. Cronaca di un divorzio annunciato e di un primo amore che a breve si dovrebbe consumare.

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