Piazza: “Ma quale Letta? Qui le elezioni le ha vinte il centrodestra”

di Redazione

 MONDRAGONE. L’intervento del consigliere comunale del Pdl, Giuseppe Piazza, in occasione della seduta consiliare che ha sancito la nascita della nuova giunta Schiappa, composta da Pd e Pdl.

Signor presidente, sindaco, colleghi consiglieri, assessori,confesso che la presenza dell’assessore Pacifico e ovviamente del sindaco che ho contribuito ad eleggere mi rendono particolarmente difficile intervenire in maniera critica. È strano trovarsi all’improvviso su barricate opposte quando si è militato a lungo nello stesso partito o nella stessa coalizione.
Con Pacifico e con il sindaco, poi, lo è ancor di più avendo mossi tutti e tre i nostri primi passi amministrativi nella giunta guidata dal sindaco Conte. Sento tuttavia il dovere di sottolineare positivamente la presenza del dottor Benedetto Zoccola, neo assessore, dal quale sono politicamente distante ma del quale trovo giusto apprezzare il non comune coraggio civile testimoniato dalla sua azione di denuncia contro elementi della camorra locale. Il suo gesto sia di esempio a tutti noi. Lo ringrazio di cuore, certo di interpretare i sentimenti di tutti i mondragonesi.
Ma veniamo a noi. Questa mattina in città è stato diffuso un volantino, a firma congiunta Pd-PdL, che annunciava in pompa magna il varo di un’alleanza “alla luce del sole”. Niente di più falso, sindaco! Questo ribaltone – perché così si chiama la manovra trasformistica in base alla quale chi vince le elezioni va all’opposizione e chi le perde va al governo – non ha nulla di solare o di luminoso.
A leggere la stampa pare che del ribaltone di Mondragone si sia parlato nottetempo a Caserta o in qualche cenetta a Baia Domizia. Non qui dove risiedono i suoi concittadini ed i suoi elettori. Qui nessuno ne ha mai discusso. Non una riunione, non un incontro, non uno straccio di documento che l’abbia autorizzata a tanto esiste e – soprattutto – non esistono le condizioni politiche perché lei a tanto arrivasse. A meno che lei, come si legge nella sua lettera di dimissioni, che per toni e contenuti rappresenta un’inaudita caduta di stile, non degna di una città che fino a ieri è stata una capitale della politica provinciale e regionale, abbia volutamente scambiato normali fibrillazioni, tipiche di ogni coalizione, per perentori ultimatum o per ineludibili richieste di dimissioni. Nessuno le ha mai chiesto di dimettersi!
Ho letto che si è lamentato degli attacchi che ha subito. Ma è la politica, signor sindaco, che non è roba per signorine, è anche lotta, polemica, scontro. E se ogni politico dovesse dimettersi perché attaccato, non ne resterebbe nessuno! Prenda esempio dal nostro presidente Berlusconi, sempre che il suo nuovo alleato Cennami mi consenta di nominarlo in quest’aula, il quale viene attaccato ogni giorno ma che resta sempre al suo posto. Non la facevo così delicato di pelle!
Sempre nella sua lettera, che allegherò al mio intervento in modo che resti agli atti del Consiglio a perenne disdoro del suo atteggiamento, lei scrive che in questo primo anno ha dovuto moralizzare il Comune.Moralizzare da chi? O da cosa? Prima di lei c’è stato il Prefetto Capomacchia: ha dovuto moralizzare i suoi atti? Non credo. E prima ancora c’era proprio il suo nuovo prezioso alleato e partner, cioè il sindaco Cennami che si era a sua volta presentato come moralizzatore. Non mi dica che ha moralizzato il moralizzatore?Ancora prima, c’era il Prefetto Basilicata e non penso si riferisse a lei. Risalendo ancora più indietro c’era il sindaco Conte, di cui lei è stato assessore per ben quattro anni.
E quindi, sindaco, o lei specifica in che cosa sia consistita questa sua opera di moralizzazione oppure ognuno di noi è autorizzato a pensare che lei utilizza argomenti seri per operazioni di facciata a scopo puramente autocelebrativo. E allora cominciamo col stabilire la prima verità: lei si è dimesso senza alcun motivo! Nessun consigliere le ha mai chiesto di farlo, neppure i tre bastian contrari, tra i quali io, che lei ha offeso definendo “miseri servi di politici frustrati”, facendo evidentemente riferimento, almeno per quel che mi riguarda, a chi ha a lungo rappresentato la nostra città nelle più importanti istituzioni nazionali.
Io sono onorato dell’amicizia con il nostro concittadino più illustre e ricordo molto bene – anche perché di quella stagione sono testimone – che anche lei nutriva questo mio stesso sentimento, almeno fino a quando ha da lui ottenuto la candidatura, anzi le candidature. Ed in ogni caso, caro sindaco, meglio essere il riferimento di un politico figlio della nostra terra che lo zelante cameriere di esponenti politici che guardano alla nostra città solo per interesse elettorale. Non alla luce del sole, dunque. Neppure il programma che dovrebbe ispirare l’azione di questa incestuosa alleanza è noto. Ne avete addirittura rimandato la stesura.
È la prima volta che una giunta si presenta con un programma postdato. E dubito che riuscirete mai a coprirlo! Non c’è luce in quest’accordo. Anzi, qui non è chiaro niente. Chi è il regista di quest’operazione? E quali sono le sue reali motivazioni? E perché il sindaco non dedica neppure un secondo ad ascoltare le ragioni di chi lo ha eletto e poi accetta dallo sconfitto Cennami la richiesta di azzeramento della giunta? Perché accorda al Pd quel che ha rifiutato ai suoi alleati fino al costo delle dimissioni? E perché, di fatto, consegna le chiavi della politica cittadina al Partito Democratico? E ancora: se era vero che non si sarebbe mai piegato alle richieste dei consiglieri di maggioranza perché mai ha accettato e subìto i ricatti ed i veti del Partito Democratico sulla composizione della giunta? È vero o non è vero che il consigliere Cennami le ha imposto di epurare gli assessori a lui non graditi e che lei ha accettato senza battere ciglio?
Addirittura le ha imposto il veto su alcuni consiglieri comunali che sono stati eletti dal popolo nella sua coalizione e lei ha prontamente accettato. Come mai questa disparità di valutazione? Come mai riteneva inaccettabili le semplici richieste di verifica della maggioranza da parte dei suoi consiglieri e non ha ritenuto indecenti le imposizioni del Partito Democratico? Se ha dichiarato nella sua lettera che non era disposto a subire nessun tipo di ricatto, perché poi ha ritirato le dimissioni invece di appellarsi al voto popolare?
In realtà, da stasera, lei, è un sindaco dimezzato. Fino a ieri c’era la giunta Schiappa oggi, invece, c’è la giunta Schiappa-Cennami-Petrella, perché caro consigliere Cennami anche se non si vede Petrella c’è e lei lo sa. E non c’è un Petrella qualsiasi ma un Petrella coi baffi!
Sindaco, lei da stasera è ostaggio di un partito rivale che in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo potrebbe staccarle la spina. Certo che lei se ne rende conto! E allora su che cosa si fonda il vostro patto dal momento che il programma verrà dopo? Quali sono i veri interessi e le vere convenienze che vi uniscono stasera? Non basta ammantarsi di legalità per poter pensare di fare quello che si vuole! Esiste una legalità politica, una moralità, che si basa su una regola semplicissima:Non tradire mai il popolo! Soprattutto non lo tradisce chi ha in tasca la tessera del Popolo della Libertà!Lei invece ha violato questa regola, dando vita ad un’operazione politica immorale perché basata sul furto di democrazia e di sovranità popolare! Ha quindi tradito due volte: i nostri elettori ed il nostro partito.
E non tenti adesso di spacciare il ribaltone mondragonese con le “larghe intese” in via di sperimentazione nel governo nazionale.A Roma nessuno ha vinto le elezioni e solo il senso di responsabilità del nostro presidente Berlusconi, unito alla ferma determinazione del presidente della Repubblica Napolitano, hanno permesso di piegare la cieca ostinazione dell’ex leader del consigliere Cennami, cioè Bersani, e consentire quindi la formazione del governo. Qui, invece, le elezioni le abbiamo vinte noi, ma da stasera il padrone è Cennami! E poi di quali larghe intese parliamo sindaco se lei aveva 11 consiglieri di maggioranza all’indomani della vittoria elettorale mentre oggi se ne ritrova solo 9 o 10?
Le larghe intese, come vede, le si sono ristrette. E visto che avete annunciato pulizia, il bucato la prossima volta fatelo a mano e non in lavatrice!Solo dei falsari della politica possono definire larga una maggioranza in realtà più piccola e più debole.
Ecco perché il mio stupore, come quello di tanti cittadini, è grande. Non mi stupisce invece il consigliere Cennami, espressione di un partito che di ribaltoni se ne intende, avendoli nel passato recente e remoto teorizzati e praticati a tutti i livelli: cito per tutti quello contro Rastrelli a Napoli e quello contro Prodi a favore di D’Alema a Roma.
Eppure, il Partito Democratico aveva inaugurato la consiliatura con un ricorso al Tar in cui adombrava brogli elettorali nelle operazioni di scrutinio. Cioè il partito di Cennami, che oggi si sposa con il sindaco, meno di un anno fa negava persino la legittimità di quest’ultimo a rivestire tale ruolo.Posso chiederle, consigliere Cennami, quand’è che si è imbattuto lungo la via di Damasco? Posso chiederle quando i suoi bellicosi propositi, che annunciavano dura ed implacabile opposizione, si sono trasformati in una fatale corrispondenza di amorosi sensi? E, soprattutto, perché?Altro che alla luce del sole! Qui è tutto avvolto nel buio più totale. Per concludere, sindaco: lei ha dimostrato una discreta capacità di manovra ed una spiccata dose di spregiudicatezza. Ha giocato d’azzardo ed il varo del ribaltone stasera la premia. Non ho alcuna difficoltà a riconoscerlo.
Ma il premio è solo sul breve periodo. Lei ha fatto il gol del ribaltone ma la partita non è finita. Questo è solo il primo tempo. Ma ce n’é un altro da giocare e lo disputeremo su un altro terreno. Un terreno forse a lei meno congeniale perché più accidentato e quindi poco adatto a far brillare le sue doti di dribblatore. Il secondo tempo, sindaco, lo giocheremo tra i cittadini, con i cittadini e per i cittadini! Nella piazza e non nel palazzo. Con le proposte concrete, con le pubbliche denunce se necessario ma non con le alchimie.
Oggi lei porta a casa il risultato numerico del ribaltone, ma politicamente ha perso la sua battaglia perché da stasera lei è un sindaco che ha tradito la sua città. Quella città che ha giurato di aver scelto. In realtà lei non ha scelto la città ma la poltrona, che ha volte sono ribaltabili come la giunta che lei presiede.E lei il ribaltone lo ha fatto addirittura senza motivo. Sindaco, da che mondo è mondo chi sta in maggioranza ha non solo il diritto, ma anche il dovere di contribuire all’indirizzo della gestione della cosa pubblica.Lei questo lo ha costantemente impedito, accentrando il tutto su di se e condividendolo solo con una ristrettissima cerchia di persone, alcune delle quali neanche elette.
Da stasera, sindaco, lei avrà di fronte una nuova opposizione, che non le farà sconti e che agirà nell’esclusivo interesse di Mondragone e dei mondragonesi. Vorrei tanto augurarle un buon lavoro, ma la constatazione di come è nata la vicenda e di come si sta evolvendo, mi inducono a ritenere che questa sua scombinata compagnia uscirà di strada alla prima curva! Ma in ogni caso, buona fortuna compagno sindaco!
Giuseppe Piazza
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