Stato-mafia, sì del tribunale a testimonianza di Napolitano

di Redazione

 PALERMO. Via libera dal Tribunale di Palermo alla citazione del presidente della Repubblica, GiorgioNapolitano, come testimone al processo per la presunta trattativa tra Stato e mafia.

La prima udienza è prevista per lunedì 27 maggio, quando si dovrà decidere se se far deporre, o meno, il capo dello Stato. 178 i nomi racchiusi nella lista di testi. Nomi eccellenti. Oltre a Napolitano, ci sono Vincenzo Scotti, Arnaldo Forlani, Giuliano Amato a Luciano Violante.

Il presidente del collegio ha accettato la lista non ritenendo che ci siano i presupposti di manifesta irrilevanza o contrarietà di legge. 12, invece, gli imputati, tra cui l’ex presidente del Senato Nicola Mancino, il generale Antonio Subranni, il generale Mario Mori e l’ex senatore Marcello Dell’Utri.

I magistrati hanno chiesto al Tribunale la citazione diNapolitano per una frase scritta dall’ex consigliere giuridico del Quirinale, Loris D’Ambrosio, finito al centro delle polemiche per le sue conversazioni con Nicola Mancino, e poi morto d’infarto. “Lei sa – scrisse D’Ambrosio al presidente della Repubblica – che non ho esitato a fare cenno a episodi del periodo 1989-1993 che mi preoccupano e mi fanno riflettere, che mi hanno portato a enucleare ipotesi di cui ho detto anche ad altri, quasi preso dal timore di essere stato allora considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi”.

D’Ambrosio era particolarmente amareggiato dopo la pubblicazione di alcune sue telefonate con Mancino, intercettate nell’inchiesta sulla trattativa. E negava, prima di morire l’estate scorsa, di avere esercitato pressioni sulla gestione delle indagini.

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