PALERMO. Ha sparato al figlio di sette anni con la pistola di ordinanza, poi si è tolto la vita. Unaltra tragedia familiare quella che arriva da Misilmeri, in provincia di Palermo.
Il bambino non è morto ma è ricoverato in condizioni critiche allospedale civico. Ivan Irrera, 38 anni, viveva con il figlio, la moglie e unaltra figlia, di 14 anni, in via Pitrè, nella zona di Piano Stoppa. Era in servizio nella sezione antirapine della squadra mobile palermitana.
In casa, nel momento in cui luomo ha sparato, cera la moglie. Ha sentito due colpi di pistola e si è precipitata nella stanza del figlio: il marito a terra in un lago di sangue, ferito alla testa, e il piccolo, ancora nel suo lettino, anchegli ferito alla testa ma ancora vivo. Il bimbo è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico durante il quale gli sono stati rimossi alcuni frammenti ossei dalla teca cranica: non cera traccia del proiettile, che è fuoriuscito.
Gli investigatori stanno cercando di risalire allesatta dinamica dellepisodio: se il poliziotto si sia sparato colpendo per sbaglio il bambino o se abbia prima fatto fuoco sul figlio e poi rivolto la pistola contro se stesso. Irrera, con moglie e figli, venerdì sarebbe dovuto andare a Milano per la comunione del figlio di alcuni parenti.
Dai primi accertamenti è emerso che luomo aveva avuto problemi economici che, però, aveva risolto vendendo la casa di Palermo in cui viveva e trasferendosi nella palazzina di proprietà dei genitori a Misilmeri. La causa del gesto, per familiari e amici, è quindi incomprensibile.
Era sempre solare, allegro. Nulla poteva far presagire la tragedia. Amava i suoi figli e la moglie. Non riusciamo a credere che abbia potuto fare questo. Non ha mai parlato di problemi economici, racconta un collega.
Sconcerto, tra insegnanti e bambini, nella scuola Ragusa Moleti, dove il figlio di Irrera frequenta la classe terza. La preside Anna De Laurentis ha incaricato una psicologa per assistere gli alunni.