‘Ndrangheta a Genova: confiscati beni per 9 milioni

di Redazione

 GENOVA. A circa due anni dall’avvio della procedura di prevenzione personale e patrimoniale richiesta dal direttore della Dia, nei confronti dei fratelli Pellegrino, imprenditori operanti nel settore del movimento terra, ritenuti contigui alla ‘ndrangheta ed in particolare con la cosca “Santaiti-Gioffrè”, …

… la sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Imperia, ha applicato ai tre la sorveglianza speciale per la durata di cinque anni con obbligo di soggiorno e disposto la confisca dell’intero patrimonio a loro riconducibile che fra terreni, fabbricati, autovetture, disponibilità finanziarie ed aziende operanti nel settore scavi e movimento terra, si aggira intorno a 9 milioni di euro.

L’attività investigativa, svolta dal Centro operativo di Genova, sviluppatasi per oltre un anno, ha riguardato l’intero gruppo familiare dei Pellegrino, composto da 20 persone e quattro compagini societarie ed ha permesso di ricostruire tutta la storia personale giudiziaria dei proposti, nonché le loro vicende imprenditoriali protrattesi per oltre vent’anni.

Gli inquirenti ritengonoi tre inseriti nel contesto criminale operante nel Ponente ligure. “Emersa – si legge in una nota della Dia – anche la loro contiguità con persone ritenute affiliate alla ’ndrangheta, facenti capo alla cosca “Santaiti-Gioffrè” di Seminara (Reggio Calabria), per i quali i fratelli Pellegrino, oltre ad intessere con gli stessi trame illecite dirette, hanno rappresentato un solido riferimento logistico, attraverso l’assistenza a latitanti per reati di mafia. A ciò si aggiunga che i Pellegrino hanno legami familiari con soggetti indagati nell’indagine “Maglio 3” ed esattamente, Benito Pepe’ e Francesco Barilaro, ulteriore testimonianza del loro inserimento nel contesto mafioso dell’imperiese”.

“Sempre per conseguire i loro scopi illeciti, finalizzati all’ingente arricchimento individuato – continua la nota – i Pellegrino non hanno esitato a creare ed utilizzare un articolato sistema di interposizione fittizia dei beni e dei proventi accumulati, attraverso soggetti facenti comunque parte del nucleo familiare, nonché società poste artatamente in liquidazione”.

Confiscati beni immobili (17 unità, fra cui i ville, terreni e appartamenti di lusso, serre floricole), beni mobili (25 fra autovetture ed autocarri aziendali), disponibilità bancarie, postali e titoli di credito, quote e proprietà di quattro società, tra cui la “F.lli Pellegrino srl” e la “Grotta del drago”, rispettivamente la prima in grado di aggiudicarsi appalti e subappalti, anche nei lavori pubblici, e la seconda di gestire il famoso ed omonimo night club di Sanremo.

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