Massimo Ciancimino arrestato per evasione fiscale

di Redazione

 PALERMO. Massimo Ciancimino, figlio del defunto ex sindaco di Palermo, Vito, è stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere ed evasione fiscale.

Su ordine del gip di Bologna, Ciancimino è stato portato al carcere “Pagliarelli” del capoluogo siciliano. Il giudice, da quanto si apprende, non avrebbe ritenuto sussistente l’aggravante, contestato inizialmente aCianciminodalla Dda di Bologna, dell’aver agevolato la ‘Ndrangheta. Aggravante che traeva origine da alcune intercettazioni tra il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo e Girolamo Strangi, considerato legato alla cosca Piromalli di Gioia Tauro.

L’operazione coinvolge altre 12 persone, di cui nove finite in carcere e quattro ai domiciliari, accusate, a vario titolo, di evasione e frode fiscale, bancarotta fraudolenta, contrabbando, mendacio bancario, sostituzione di persona, falso in scritture private, falso commesso da incaricato di pubblico servizio. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Bruno Perla, su richiesta della Dda di Bologna (pm Enrico Cieri con la supervisione del procuratore Roberto Alfonso).

Le indagini sono state svolte dalla Guardia di Finanza di Ferrara, coordinata dai pm Nicola Proto e Barbara Cavallo, nei confronti dei componenti di un sodalizio criminoso che avrebbe posto in essere una frode fiscale nel settore della commercializzazione di metalli ferrosi.

Secondo quanto si apprende, aCianciminovengono contestati reati fiscali riferiti al periodo in cui viveva in Emilia Romagna, tra il 2007 e il 2009, quando avrebbe fatto il trader proprio nell’ambito dell’acciaio, con un’evasione calcolata in circa 30 milioni di euro.

Quattro i promotori dell’associazione a delinquere individuati dagli inquirenti: oltre aCiancimino, le altre menti sarebbero Patrizia Gianferrari di Riccione, sedicente rappresentante di affari, e Gianluca Apolloni di Roma, il presunto commercialista che si occupava di far “scomparire” le aziende a Panama. Con loro anche Paolo Signifredi di Parma. Gli altri cinque sono Mario Carlomagno e Mario Paletta di Potenza, Massimiliano Paletta di Ferrara, Valter Lotto di Reggio Emilia e Ennio Ferracane di Bergamo. Ai domiciliari sono finiti Giulio Galletto di Rovigo, Armido Manzini di Modena (che, stando ai risultati investigativi, era l’uomo incaricato di cercare aziende inattive da riutilizzare per le frodi dell’associazione), Elena Rozzanti di Ferrara e la marocchina Etois Safà.

“E’ quasi bizzarro cheCiancimino Junior sia stato arrestato stamani, su decisione dei magistrati di Bologna, con l’accusa di evasione fiscale e associazione per delinquere mentre aspettiamo ancora che sia processato per possesso di candelotti di tritolo in casa”. Lo dichiara il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Pdl), che aggiunge: “Chi sia MassimoCianciminoè noto. I giudici della procura di Caltanissetta lo hanno definito uno pseudo collaboratore e comunque più favorevole agli interessi di Cosa nostra che a quelli dello Stato”.

“Oggi – aggiunge Gasparri – i magistrati di Bologna gli contestano, tra l’altro, anche l’aggravante del favoreggiamento alla mafia. Nonostante ciò non sono mancati magistrati e giornalisti che lo hanno elevato a icona antimafia contro ogni evidenza e buon senso. E’ tempo che su personaggi simili si cali definitivamente il sipario. E che, al processo sulla presunta trattativa tra lo Stato e la mafia, la sua testimonianza sia valutata anche alla luce di quanto affermato dai magistrati di Caltanissetta e di Bologna. E’ tempo di andare fino in fondo, stabilire chi ha depistato, chi ha favorito la mafia, chi ha cancellato il carcere duro e perché”.

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