L’Aquila, il terremoto era “prevedibile”

di Mena Grimaldi

 L’AQUILA. “Il terremoto dell’Aquila poteva essere previsto”. Lo sottolinea il giudice del tribunale dell’Aquila Giuseppe Grieco nelle motivazioni sulla sentenza dicondanna di 4 imputati e assoluzione, depositate giovedì.

Le stesse motivazioni, dunque, che portarono a gennaioalla sentenza di condanna degli esperti della commissione Grandi rischi.

Secondo Grieco, analizzando dati tecnici, il terremoto poteva essere previsto “essendosi verificato in quello che viene definito periodo di ritorno, vale a dire nel lasso temporale di ripetizione di eventi previsto per l’area aquilana”. Periodo che, scrive citando il consulente Luis Decanini, “è stato indicato in circa 325 anni dall’anno 1000”.

Non è d’accordo con la sentenza il sismologo Enzo Boschi che ha ribadito “i terremoti finora non li ha mai previsti nessuno. Allo stato attuale delle conoscenze – ha aggiunto – non si riesce a prevedere i terremoti. Quello che è possibile fare, e che i Paesi avanzati fanno, è rendere più sicuri gli edifici in modo da ridurre al massimo in danni”.

“Se la giustizia ha stabilito che ci sono delle colpe da parte dei tecnici è giusto che paghino”, è stato, invece, il commento del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, riportato dall’agenziaAdnkronos.

Il primo cittadino della città colpita dal terremoto del 6 aprile 2009 ha anche aggiunto che “in Italia tutte le persone che sono chiamate a compiere attività di controllo e di ispezione le fanno con un lassismo assoluto”.

I condannati sono: Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, condannati a quattro anni, e di Pietro Sebastiani (due anni e mezzo).

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