Ilaria vittima di tentato stupro. Il suo cellulare nello zaino del senegalese

di Redazione

Ilaria LeoneLIVORNO. Sarebbe stata vittima di una tentata violenza sessuale prima di essere uccisa Ilaria Leone, la 19enne trovata morta a Castagneto Carducci, nel livornese. E’ quanto risulterebbe dall’autopsia effettuata a Pisa.

Non sarebbe morta per strangolamento, ma soffocata dal suo stesso sangue fuoriuscito dalle profonde ferite al setto nasale. La giovane, dunque, sarebbe stata picchiata in un luogo e poi trascinata, forse ancora in vita, nell’uliveto in cui è stata trovata, la mattina dopo, con i pantaloni abbassati e gli slip a due metri di distanza dal cadavere.

Sul fronte delle indagini, intanto, emerge che Ablaye Ndoye, il senegalese di 34 anni sospettato dell’omicidio, sarebbe andato da un suo connazionale il giorno successivo al delitto, con in mano il cellulare di Ilaria, chiedendogli aiuto per “cancellare la memoria del telefonino”. L’altro senegalese si sarebbe rifiutato, andandolo a denunciare dai carabinieri.

Il 34enne africano, secondo l’analisi dei tabulati telefonici, sarebbe stato l’ultima persona in contatto con Ilaria: alle 21.56 del 1 maggio la ragazza chiamava lui, dopo due minuti era il senegalese che chiamava la 19enne. Attorno alla figura dell’africano vi sarebbero alcune ombre: circa tre anni fa, a Donoratico, era rimasto coinvolto in una rissa di fronte a un bar: con in mano un’ascia aveva danneggiato il locale, rincorso un dipendente e minacciato delle persone. Aveva, inoltre, accumulato denunce per furto, minacce e danneggiamento. Quando i carabinieri venerdì mattina lo hanno rintracciato a Donoratico si trovava nell’abitazione che divideva con altri connazionali. Sembra avesse preparato i bagagli per partire. Nel suo zaino c’erano il cellulare e gli auricolari di Ilaria, oggetti spariti dalla scena del delitto, insieme ai soldi.

Il rapporto tra la vittima e il senegalese pare fosse legato ad ambienti di spaccio. Come afferma il procuratore capo Francesco De Leo: “Il senegalese fermato era conosciuto come spacciatore e la giovane era una consumatrice di sostanze stupefacenti”. Non sarebbe, invece, attendibile l’ipotesi di una loro relazione, anche se le indagini proseguono.

Ilaria lavorava in un ristorante della zona. Aveva finito il turno intorno alle 22 di mercoledì e sarebbe dovuta andare a cenare con alcuni colleghi. Uno di questi doveva accompagnarla a casa in auto. Ma in pochi minuti le cambiava idea e chiamava il senegalese Ndoye. Alle 22.30 il cellulare della ragazza veniva spento. Poi il ritrovamento del corpo senza vita.

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