Cucina male gli agnolotti: aule bloccate da querele cretine

di Mena Grimaldi

 ROMA. Una donna che guida di notte ubriaca fradicia con accanto un peluche gigante, alla denuncia di un ‘tutore della morale’ fino a un impiegato reo di aver scritto all’azienda ‘di comprare gomme da masticare’ contro ‘l’alito pestilenziale della signorina S.R.’.

Sono solo alcune delle denuncie più strane presentate in Italia, così come racconta Gian Antonio Stella su Il Corriere della Sera.

Tutte le denuncie, anche le più stupide, devono seguire un iter. In questo modo, si trova invischiata, e rallentata, da cause come quella di un uomo che ha denunciato la nuora perché gli agnolotti non erano fatti secondo la tradizione. Fortunatamente non tutte finiscono in un processo.

Ma, in ogni caso, c’è un iter da seguire che va a rallentare processi molto più importanti. Anche la denuncia più assurda deve essere registrata da un poliziotto che la girerà in procura. Un procuratore quindi dovrà leggerla e scriverla sul ‘modello 45’ (che prevede nome, indirizzo dei protagonisti, riassunto dei fatti) e poi decidere cosa farne.

Nel caso si opti per l’archiviazione si dovrà comunque avvertire il querelante con raccomandata di ricevuta di ritorno per permettergli di fare ricorso.

Il Gip infine deciderà cosa farne ed eventualmente motivare l’archiviazione che va protocollata. A descrivere la situazione è un libro ‘Precari (fuori) legge. Ogni giorni in tribunale’, di Paola Bellone, vice procuratore onorario che ha raccolto decine di casi che mostrano come la giustizia italiana bolli come reato penale fatti che potrebbero essere sanzionati con una semplice multa.

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