Addio al “divo” Giulio Andreotti

di Redazione

 ROMA. E’ morto lunedì mattina GiulioAndreotti. Aveva 94 anni. Il senatore a vita, sette volte presidente del Consiglio, si è spento intorno alle 12.30 nella sua abitazione a Roma.

I funerali saranno celebrati martedì pomeriggio nella capitale. Era stato ricoverato il 3 maggio dello scorso al Policlinico Gemelli di Roma per una crisi respiratoria. Da allora era stato dimesso e le sue condizioni erano migliorate ma non si era mai ripreso completamente.

La sua storica segretaria, Patrizia Chilelli, ha annunciato che “non ci saranno funerali di Stato né camera ardente. Le esequie saranno celebrate nella sua parrocchia con gli stretti familiari”. “Un grande uomo che mi ha insegnato tanto. Solo chi gli è stato davvero a fianco ha potuto capire l’uomo, non solo il politico”, ha aggiunto.

Nato a Roma il 14 gennaio 1919, Andreotti è stato tra gli uomini più importanti della Democrazia Cristiana. Sette volte presidente del Consiglio, ha ricoperto numerosi incarichi di governo: 8 volte ministro della Difesa, 5 volte ministro degli Esteri, 3 volte ministro delle Partecipazioni statali, 2 volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell’Industria, una volta ministro del Tesoro, ministro dell’Interno (il più giovane della storia repubblicana), ministro dei Beni culturali e ministro delle Politiche comunitarie.

La notizia della sua scomparsa ha fatto irruzione come “breaking news” sui principali media internazionali. E’ stato l’uomo di governo e di partito italiano più blasonato. Per i suoi nemici e detrattori era “Belzebù”, circondato da una fama di politico cinico e machiavellico che lui stesso, in fondo, amava coltivare. La sua figura è stata al centro del film “Il Divo”, di Paolo Sorrentino.

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