Tares, Di Luise: “Amministrazione in stato confusionale”

di Antonio Taglialatela

Gianluca Di Luise GRICIGNANO. “Prima di approvare le rate di pagamento, avremmo dovuto approvare un regolamento Tares, in quanto lo stesso può incidere in diversi modi, anche profondamente, sul piano tariffario (esenzioni, riduzioni, etc.) e sul bilancio previsionale (esenzioni e riduzioni da coprire con altre entrate) e di conseguenza avere un sicuro impatto sulle tariffe”.

E’ la considerazione fatta dal consigliere comunale di opposizione Gianluca Di Luise durante la seduta dell’Assise tenutasi mercoledì sera. Secondo l’ex candidato sindaco di ‘Movimento Democratico’, “ne deriva, per l’ennesima volta, la conclusione che l’amministrazione Moretti non è in grado di programmare l’attività amministrativa ma preferisce ottemperare ai propri obblighi solo all’avvicinarsi delle scadenze di legge, costringendoci a partecipare a Consigli comunali indetti all’ultimo giorno utile, senza peraltro fornire un’opportuna informazione alla cittadinanza attraverso l’affissione di manifesti informativi nelle strade cittadine”.

LA TARES. Analizzando l’argomento all’ordine del giorno, che prevedeva, appunto, l’approvazione delle rate di pagamento della nuova tassa sui rifiuti, Di Luise ha ricordato come “l’introduzione della Tares produce inevitabilmente effetti significativi sia per i cittadini che per le attività commerciali ed imprenditoriali presenti sul nostro territorio. Infatti, tale imposta, a differenza della Tarsu, non considera il quantitativo di rifiuto prodotto, in quanto i conteggi vengono fatti in base alla metratura degli immobili, anziché sui rifiuti effettivamente prodotti”.

IVA. A quel punto Di Luise ha chiesto al sindaco e alla maggioranza: “Nella riscossione, effettuata attraverso l’ente Publiservizi Srl, delle rate ripartite rispettivamente a giugno/settembre/dicembre è compresa anche l’Imposta sul valore aggiunto (Iva)? Se la risposta è affermativa – ha proseguito – è mio dovere sottolineare che con l’introduzione della Tares e il conseguente mutamento della natura del corrispettivo a tributo, l’imposta andrà a gravare direttamente sui contribuenti (che non potranno più scaricare l’Iva) in quanto la tariffa delle utenze non domestiche aumenterà mediamente del 10%, mentre per quelle domestiche l’aumento sarà di circa lo 0,5%. Quindi, potrebbero verificarsi elementi di incostituzionalità nelle modalità di calcolo e l’amministrazione comunale potrebbe essere esposta a contenzioso da parte dei contribuenti per far valere i propri diritti. Nulla si evince nella delibera in merito a tale problematica”.

AGGRAVIO FISCALE. Dinanzi a questo aggravio, l’amministrazione, secondo Di Luise, “avrebbe potuto optare per il posticipo del pagamento della prima rata al mese di luglio anziché a giugno, considerato il peso tributario che i cittadini sopportano in tale periodo nel quale si concentrano le principali scadenze (Imu, 740, etc.)”.

“STATO CONFUSIONALE”. Per il consigliere di minoranza l’amministrazione è “in stato confusionale” per ciò che riguarda la programmazione politica: “A circa un mese dall’approvazione del bilancio previsionale per il 2013 – ha incalzato il commercialista gricignanese – niente si sa sulle tariffe relative alla Tares, anzi nella delibera che si discute si legge testualmente‘di differire l’applicazione delle regole di determinazione del nuovo tributo (Tares appunto) alla scadenza dell’ultima rata di versamento, addebitando ai contribuenti, con riferimento e limitatamente alle prime due rate di versamento, gli importi risultanti dall’applicazione del previgente sistema di prelievo e tariffazione (cioè Tarsu)’. In altri termini – sostiene Di Luise – si afferma che nel calcolo della debenza del tributo le prime due rate verranno addebitate con i principi adottati per la Tarsu. Per quanto concerne, invece, la terza rata le somme verranno riparametrate con i principi di calcolo della Tares”.

IL “CONGUAGLIO”. E se un cittadino paga nelle prime due rate una somma maggiore di quella dovuta in base ai principi di calcolo della Tares? “Nella delibera – ha spiegato Di Luise – si fa riferimento ad uno scontato quanto comodo principio di conguaglio, considerando la possibilità di sottrarre le due rate, già versate, in sede di calcolo dell’ultima rata. Tutto questo a causa dell’inefficienza dell’amministrazione in carica nel programmare una politica tributaria comunale in termini di parametrizzazione delle tariffe e di mancanza di regolamentazione. Si preferisce ricorrere ad un conguaglio ‘riparatorio’ perché non si è stati in grado di redigere un regolamento Tares nei termini che una corretta ed efficiente amministrazione avrebbe dovuto auto-imporsi”.

I QUESITI. Da qui alcune domande che Di Luise ha rivolto all’amministrazione: “Ritenete corretto approvare le date di prelievo senza aver prima elaborato le tariffe Tares per coprire i costi del piano finanziario? Non sarebbe stato maggiormente corretto approvare le tariffe Tares 2013 dopo averne approvato il relativo regolamento? E’ corretto aumentare e/o diminuire le tariffe Tarsu nel 2013 ed approvare il bilancio senza aver approvato il nuovo regolamento Tares? Come si giustificherà la congruità delle entrate derivanti da questi incassi in termini di stanziamento in bilancio?”.

ORDINE DI PROGRAMMAZIONE. Anche in veste ditecnico, Di Luise ha ricordato che “se viene applicata la Tarsu(quindi a tributo) il costo del servizio è un costo da imputare a bilancio a tutti gli effetti. Quindi, sarebbe stato opportuno, per una sana politica di programmazione, che prima di arrivare a decidere le date di pagamento si sarebbe adottato un ordine di approvazione ben diverso da questo”.

Questo l’ordine di programmazione che, secondo il consigliere di opposizione, avrebbe dovuto seguire l’amministrazione: “Approvazione del regolamento di gestione del servizio rifiuti; approvazione regolamento versione Tares tributo con definizione delle riduzioni facoltative ed obbligatorie previste dalla legge (con parere del revisore dei conti); approvazione del piano finanziario (con parere del revisore dei conti); approvazione delle tariffe (senza parere del revisore) da calcolare per quota fissa e quota variabile, utenze domestiche e non domestiche; approvazione dell’eventuale incremento di 10 centesimi di euro sulla maggiorazione dei servizi indivisibili; approvazione di tutti gli sconti e riduzioni purché coperti da apposito stanziamento in bilancio quale tetto massimo”.

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