El Salvador, aborto negato ad una madre malata

di Mena Grimaldi

 SAN SALVADOR. Un vero e proprio dramma quello che si sta consumando in Salvador dove una donna non può abortire pur essendo in grave pericolo la sua vita.

La storia è quella di Beatriz, 22 anni, incinta di 26 settimane ed è affetta da una malattia (il lupus eritematoso sistemico) che potrebbe ucciderla durante il parto. Il feto è risultato anencefalico,manca del tutto o in parte del cervello. Beatriz lotta anche contro lo Stato e i 5 giudici della Corte costituzionale che le vietano di abortire.

Il Salvador, infatti, è uno dei sette Paesi dell’America Latina dove l’interruzione di gravidanza è proibita in ogni caso. L’11 aprile scorso Beatriz ha chiesto l’autorizzazione per un aborto terapeutico, che è però proibito dalla legislazione locale.

L’Alta Corte ha respinto la richiesta, nonostante fosse sostenuta dall’équipe medica che segue il caso della donna e da numerose associazioni e Ong, limitandosi a indicare che “i diritti della madre non possono prevalere su quelli del nascituro, e viceversa”. La storia della 22enne guadagna spazio sui media mondiali e qualche protesta davanti alle ambasciate del Salvador.

E così la ministra della Salute Isabel Rodriguez annuncia che il governo ha dato ai medici il permesso “di agire immediatamente se ci sono segni che la vita della ragazza è in pericolo”.

Cosa che i giudici hanno negato, senza neppure considerare un altro elemento: in base all’ecografia il feto è affetto da anencefalia, una malformazione che comporta il mancato sviluppo del cervello. Quasi tutti i bambini con questa patologia muoiono prima o poco dopo la nascita.

Un elemento “cruciale” che secondo Morena Herrera, animatrice della campagna pro Beatriz, i giudici avrebbero dovuto valutare: “L’unica vita che qui possiamo salvare è quella di Beatriz. La decisione della Corte è irresponsabile”. Herrera, intanto, sta valutando di portare la giovane oltreconfine.

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