Prostituzione, la polizia arresta latitante

di Redazione

 CASTEL VOLTURNO. Gli agenti della squadra mobile di Caserta e del commissariato di Castel Volturno hanno sottoposto agli arresti domiciliari Carmine Capasso, 34 anni, per induzione e sfruttamento della prostituzione.

L’uomo, colpito da provvedimento del tribunale di Napoli lo scorso 23 ottobre, si era dato alla latitanza da alcuni mesi. Era stato coinvolto nelle operazioni “Daia 1” e “Daia 2”, condotte dalla squadra mobile di Napoli, che nel dicembre 2012 avevano consentito la disarticolazione di due distinte organizzazioni criminali, l’una costituita da cittadini albanesi, la seconda da soggetti di origine rumena, dedite al reclutamento, alla induzione ed allo sfruttamento della prostituzione, reati aggravati dalla transnazionalità e consumati prevalentemente a danno di donne provenienti dai rispettivi paesi di origine.

Le indagini appuravano che le due bande, nelle cui attività illecite erano coinvolti anche alcuni pregiudicati campani, alcuni dei quali collegati a clan camorristici del napoletano, operavano nelle province di Napoli, in particolare nella zona della stazione centrale del capoluogo, e Caserta, soprattutto nell’agro aversano e sul litorale domitio, ma disponevano anche di “cellule” in Grecia e Romania.

Secondo quanto emerso dalle indagini, anche di natura tecnica, i componenti delle due consorterie criminali imponevano alle meretrici il pagamento di un pizzo mensile di 500 euro in cambio della loro protezione e della garanzia di “un posto” nei luoghi da loro controllati.

Nel corso delle investigazioni, emergevano i contrasti insorti tra Capasso, “protettore” di una prostituta italiana, ed i componenti dell’organizzazione di sfruttatori albanesi poiché aveva invaso una zona, lungo il litorale domitio, controllata da questi ultimi.

Capasso che, per sfuggire alla cattura, da tempo si era allontanato dal suo domicilio di Castel Volturno, era ospitato da un amico, ignaro delle sue pendenze.

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