Camorra, racket a imprese: 6 misure contro clan Zagaria

di Redazione

 CASAPESENNA. Sei ordinanze di custodia cautelare in carcere quelle eseguite dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe contro la fazione Zagaria del clan dei casalesi, capeggiata dall’ex superlatitante Michele Zagaria.

L’accusa per tutti è estorsione e tentata estorsione, reati aggravati dal metodo mafioso. Già lo scorso 28 marzo, i carabinieri avevano notificato a due indagati, Massimiliano Caterino e Luciano Fontana, gli unici ancora liberi, un decreto di fermo emesso dai magistrati della Procura antimafia di Napoli, per gli stessi reati.

L’attività investigativa, coordinata dalla Dda partenopea e avviata nel gennaio 2013, ha permesso di ricostruire numerosi episodi estorsivi, commessi tra il 2005 e il 2012, da persone collegate al gruppo camorristico ai danni di imprenditori della provincia di Caserta. In base a quanto raccolto dagli investigatori, il boss MicheleZagariaagiva come mandante del racket attribuendo agli altri indagati incarichi operativi. Le richieste estorsive variavano dai 5mila ai 20mila annui.

Emblematico il caso di un imprenditore che è arrivato a versare l’importo complessivo di 180mila euro nell’arco di 8 anni. Nel corso dell’attività d’indagine si è avuta la collaborazione di diversi imprenditori vittime delle estorsioni che, grazie alle loro denunce, hanno mostrato di aver acquistato fiducia nelle istituzioni.

Oltre all’ex “primula rossa”, sono destinatari dei provvedimenti: Giovanni Garofalo, alias “’O Marmularo”, 40 anni, già detenuto a Milano Opera; Michele Fontana, 42 anni, alias “Puzzill”, detenuto a Lanciano (Chieti); Michele Fontana, 43 anni, alias “’O Sceriffo”, detenuto a L’Aquila; Massimiliano Caterino, 44 anni, alias “Mastrone”, detenuto a Poggioreale; Luciano Fontana, 43 anni, alias “Detersivo”, detenuto a Santa Maria Capua Vetere.

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