Traffico internazionale di droga, indagato anche ex capo Fedayn

di Redazione

 NAPOLI. Blitz contro il traffico intenazionale di droga, tra l’Italia, la Spagna e il Sud-America: i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, con la collaborazione dei reparti delle Fiamme Gialle di Milano e Sassari, …

… hanno dato esecuzione a sei ordinanze di custodia cautelare in carcere e a due impositive della misura degli arresti domiciliari emesse dal gip del Tribunale di Napoli. Indagini avviate nel settembre 2005, sequestrati oltre 51 chili di cocaina per un valore di oltre 3 milioni sul mercato al dettaglio.

La droga è stata rinvenuta in più circostanze, anche nel doppiofondo di un autoarticolato carico di detersivi, e nella cabina di guida della motrice di un tir che trasportava alimenti, mezzi fermati nei pressi del casello autostradale di Caianiello, direzione Napoli, con targa italiana, ma provenienti da Bercellona.

Secondo l’accusa, il vertice dell’organizzazione era costituito dai fratelli Giuseppe e Fabio Sabatino, di San Giorgio a Cremano, coinvolto anche Massimiliano Amato, all’epoca dei fatti capo di un noto gruppo ultras della tiforia napoletana denominata “Fedayn E.A.M. Napoli”. Quest’ultimo, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, al momento risulta irreperibile.

Nell’ambito dell’indagine è emerso anche il rapimento di Fabio Sabatino, inviato in Spagna dal fratello Giuseppe dopo il secondo sequestro di droga. Il fornitore iberico aveva più volte sollecitato il pagamento della cocaina, dal valore di 1,2 milioni, finita nelle mani dei militari e, per ottenere il saldo dei debiti, non aveva esitato a prendere in ostaggio il “socio” d’affari. Di lì l’intervento della polizia spagnola, con il “Grupo secuestros dell’Unyco Central di Madrid”, culminato con l’arresto dell’organizzatore del sequestro, e altri sette connazionali, tra i quali i carcerieri di Sabatino che nel frattempo era riuscito a scappare.

Secondo gli investigatori, la vittima era stata rinchiusa in un camion per il trasporto di cavalli parcheggiato in un capannone industriale di una nota località di Toledo: nella struttura venivano rinvenuti catenel lucchetti e lacci di sicurezza utilizzati per la prigionia oltre a diversi articoli di stampa di quotidiani italiani relativi al sequestro della droga, motivo dell’azione criminale. Durante il rapimento, né Giuseppe Sabatino né gli altri familiari denunciavano però la scomparsa alle autorità spagnole e italiane.

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