Sky in streaming illegalmente: oscurato sito pirata

di Redazione

 SALERNO. La Guardia di Finanza di Agropoli ha oscurato il portale pirata “Futubox”, gestito dall’Ucraina e accessibile anche in Italia, attraverso il quale pagando 8 euro al mese era possibile visualizzare i principali canali di Sky in Hd.

La denuncia era partita proprio da Sky Italia. In totale sono 16 i siti oscurati e due i siti, dove si faceva promozione dell’abbonamento illecito, sequestrati. In totale sono state denunciate cinque persone: tre studenti ucraini con l’accusa di messa in condivisione con fini di lucro di opere coperte da diritto d’autore trasmesse attraverso segnali criptati e due italiani per promozione delle attività degli ucraini. Uno dei due italiani aveva anche il compito di reperire le schede Sky che venivano poi inviate in Ucraina.

Tra le altre cose dalle indagini è emerso che i gestori del portale utilizzavano per l’attività illecita server di proprietà di un’università Ucraina. L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania (Salerno). L’ordine di inibizione dell’accesso per gli utenti italiani è stato notificato, sotto forma di blocco Ip/Dns, ai fornitori di servizi internet, attività su tutto il territorio nazionale e scaturisce dagli esiti delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, con l’ausilio tecnico della Federazione contro la Pirateria Musicale e Multimediale, a seguito della denuncia presentata da Sky Italia nel mese di gennaio 2013 nei confronti dei titolari del servizio pirata internazionale Futubox, attraverso il quale era possibile visualizzare instreamingl’intero palinsesto trasmesso da numerosi canali dell’emittente televisiva satellitare altrimenti fruibili con modalità pay-per-view, in violazione dell’articolo che tutela il diritto d’autore. Il servizio Futubox era focalizzato sulla trasmissione in qualità Hd dei programmi delle emittenti Sky German, Sky Italia e Sky Uk, oltre ad alcuni canali della televisione francese e russa.

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L’accesso era consentito previa sottoscrizione di un abbonamento, al prezzo di 8 euro al mese; tale servizio risultava fruibile in Italia a mezzo internet, sia da computer che attraverso dispositivi mobili (telefoni cellulari e tablet). Il segnale veniva gestito e suddiviso attraverso server media per la gestione dei flussi live (live-streaming) e server media per la gestione dei flussi on-demand. Recentemente, Futubox aveva ulteriormente allargato l’offerta di servizi, proponendo la vendita (al prezzo di 135 euro) di un dispositivo hardware collegabile direttamente al televisore di casa, che avrebbe permesso la fruizione dei palinsesti in live-streamingo on-demand selezionabili direttamente attraverso un telecomando.

Le indagini, svolte in ambito telematico anche setacciando i social network ed acquisendo preziose informazioni da fornitori di servizi internet, hanno fatto emergere l’articolata organizzazione degli amministratori del portale, di nazionalità ucraina i quali, grazie alle loro elevatissime competenze tecniche, hanno registrato 16 nomi di dominio (Dns) in forma anonima utilizzando il servizio denominato DomainByProxy offerto da una società statunitense ed hanno veicolato i flussi dati che consentivano la visione dei programmi in ”streaming” in alta definizione attraverso server localizzati in Ucraina, Germania, Russia e Romania.

In particolare, le attività investigative svolte hanno permesso di accertare che i server utilizzati da Futubox in Ucraina appartengono ad un ente universitario di ricerca del paese dell’Est europeo, che riserva agli studenti universitari l’opportunità di fruire a basso costo della propria piattaforma tecnologica per consentire lo sviluppo di imprese digitali.

Tuttavia, anche se nello statuto dell’ente pubblico ucraino viene espressamente proibito l’utilizzo delle tecnologie offerte per finalità illecite, tra cui la diffusione di servizi che violano la disciplina sul diritto d’autore, gli amministratori del portale hanno potuto sfruttare i server e la banda dati della sua rete come potente base per trasmettere in ambito internazionale i canali televisivi piratati.

Tra i principali mercati di sbocco, l’Italia rappresentava per numero di collegamenti il secondo Paese al mondo, con oltre il 24 per cento dei visitatori, che potevano accedere ad un bouquet di canali in continua evoluzione (anche seguendo i suggerimenti degli utenti), recentemente arricchito con la trasmissione delle gare di Formula 1 offerte in esclusiva ai clienti dell’emittente satellitare.

Complessivamente, al termine di questa fase d’indagine, le Fiamme Gialle di Agropoli (Salerno) hanno provveduto ad inibire l’accesso dall’Italia a 16 siti web attraverso i quali veniva direttamente offerto, ovvero promosso, il servizio pirata Futubox. Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni in provincia di Bari e Taranto nei confronti di altri due pirati informatici italiani che spedivano in Ucraina le Smart Card necessarie per accedere ai servizi Sky e promuovevano sulla Rete la vendita degli abbonamenti al servizio pirata attraverso altri due siti web in lingua italiana, parimenti oggetto di sequestro penale.

Uno dei due indagati, giovane laureato in informatica, stava sviluppando in proprio un software, chiamato Telebox, con il quale, anche utilizzando le trasmissioni di Futubox, avrebbe rilanciato e ulteriormente personalizzato il servizio pirata dall’Italia. Le indagini, tuttora in corso in sei Paesi, verranno ora focalizzate sull’identificazione degli utenti italiani del portale e sulla ricostruzione dei flussi finanziari derivanti dalla sottoscrizione degli abbonamenti da parte dei clienti nazionali, al fine di quantificare i profitti conseguiti nel territorio dello Stato dai pirati informatici coinvolti nell’illecito.

L’operazione si inquadra nel più ampio contesto di prevenzione e repressione del fenomeno della diffusione illegale di materiale coperto da copyright, illecito che costituisce una gravissima turbativa del mercato legale e genera mancati introiti di milioni di euro ogni anno per gli aventi diritto e per l’Erario.

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