Piazza Crispi, Villano: “Una vicenda assurda”

di Nicola Rosselli

Marco Villano AVERSA. “Dal sindaco di una città importante come Aversa non possiamo sentirci raccontare barzellette a mezzo stampa sull’assurda vicenda di piazza Crispi”.

A parlare, ancora una volta sull’argomento, il consigliere comunale del Pd Marco Villano che sottolinea come sia stato “completamente disatteso il deliberato del consiglio comunale che è un atto di indirizzo. Poi, il sindaco ci deve spiegare con quali mezzi giuridici ha gettato alle ortiche la precedente transazione, autorizzata dal consiglio e ne ha sottoscritto, come ha affermato, una nuova”.

Per l’esponente democratico si tratta di una “operazione che non porta alcun beneficio alla città perché la cosa più utile era quella del parcheggio sotterraneo che avrebbe dato sicuramente sollievo alla mobilità considerando anche che nella zona ci sono ben quattro scuole. Inoltre, viene concesso un cambio di destinazione d’uso da uffici ad uso abitativo della vecchia palazzina Ctp con la stessa volumetria ma aumenteranno le altezze; in più al posto della piazza come previsto in precedenza verranno dei parcheggi a raso. Si incrementa, quindi, il numero di strisce blu, si cancella una piazza, si cancella un parcheggio sotterraneo da 134 posti auto”.

Per Villano “manca l’atto di indirizzo per la progettazione del parcheggio e per completare la frittata lo hanno fatto successivamente alla mia richiesta in commissione trasparenza perché in quella sede il dirigente ingegnere Diana ha detto che non serviva e che comunque non c’era”.

“Parcheggio e arredo urbano gratuito?” si chiede e si risponde: “Il parcheggio è realizzato a scomputo degli oneri di urbanizzazione, con un computo metrico da 125mila euro e quindi sopra i 100mila dovrebbe andare nel piano triennale delle Opere pubbliche. Quindi, aspetto che qualcuno mi spieghi la città cosa ci guadagna da questa grande operazione. E non ci vengano a raccontare che potevamo perdere 2.500.000 euro perché il sindaco offende la nostra intelligenza, perché qualsiasi imprenditore tra fare un lavoro o starsene a casa ed aspettare 2.500.000 euro avrebbe preferito la seconda opzione”.

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