Moscati, il Pronto Soccorso al collasso

di Livia Fattore

 AVERSA. Pazienti praticamente ovunque e al limite della sopportazione. Nella mattinata di mercoledì il pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa più che ad un nosocomio sembrava essere un girone dell’inferno dantesco.

Un solo medico praticamente assediato e infermieri che non sapevano letteralmente dove spartirsi. Continua l’agonia del reparto dell’ospedale normanno che eroga prestazioni per quantità secondo solo al Cardarelli di Napoli. U

n particolare che non smuove assolutamente più di tanto i vertici regionali (lo stesso governatore della Regione Campania Stefano Caldoro è commissario per il settore sanità) nel cercare una soluzione ad una situazione di emergenza che è tale perennemente a causa di mancanza di risorse. Ieri mattina, pare intorno alle 10, uno dei due medici di turno (che aveva abbondantemente superato le 12 ore ininterrotte di servizio) è stato invitato a staccare perché era necessario che si riposasse poiché doveva assicurare il turno notturno dalle 20 di ieri alle 8 di questa mattina.

A questo punto, con un solo sanitario, hanno iniziato ad accumularsi le visite e la situazione non è precipitata solo grazie all’abnegazione e allo spirito di servizio degli addetti ai lavori. Alla fine molti pazienti, quelli meno gravi, hanno preferito andare via cercando di risolvere i loro problemi di salute in altro modo. Ma quello di ieri è solo un momento di esasperazione, la punta di un iceberg di una situazione che va avanti da anni, tra carenza di infermieri e di medici, a fronte di una struttura sanitaria, quale il Moscati, che è punto di riferimento di un vastissimo territorio, l’intero Agro Aversano con i suoi 19 comuni e un bacino di utenza di oltre trecentomila abitanti, senza contare i tanti residenti nei comuni dell’hinterland settentrionale di Napoli che scelgono di rivolgersi al Moscati.

Una situazione che ha portato il sindacato più rappresentativo del settore, la Fials, con il responsabile nazionale Salvatore Stabile, aversano, a chiedere un intervento deciso da parte delle istituzioni, cercando di forzare la mano e chiedere al prefetto di Caserta di autorizzare l’assunzione di personale medico a tempo determinato per esigenze di ordine e salute pubblica.

Una scelta che già ha fatto il prefetto di Napoli. Da parte loro, i vertici dell’Asl di Caserta non nascondono di poter fare ben poco per poter incidere sull’assurda situazione che si è venuta a creare. C’è un avviso pubblico già varato e, in teoria, si attende l’arrivo sul territorio della provincia di Caserta di 29 medici che dovrebbero essere destinati in massima parte proprio nelle strutture emergenziali, ossia nei pronti soccorsi dei nosocomi che fanno capo all’Asl casertana, ma il tutto è subordinato ad una volontà della Regione Campania che, al momento, non sembra esserci.

«A questo punto – ha dichiarato sconsolata ieri mattina un’addetta ai lavori – un ruolo chiave dovrebbe essere giocato anche dalla politica locale sia di centro destra che di centro sinistra, ossia al di là delle casacche indossate, che, svestendo le abitudini di parlare per proclami, si faccia portavoce delle esigenze reali delle popolazioni da loro rappresentate e cerchi di ottenerne il soddisfacimento».

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