Auto sequestrate: un problema da 2 milioni di euro

di Livia Fattore

 AVERSA. Mentre c’è chi sta pensando e verificando, tra il serio e il faceto, la possibilità di realizzare un museo delle autovetture e delle moto degli ultimi trent’anni, con un aspetto sociologico, legato all’utilizzo di determinati modelli nelle strade dell’Agro Aversano, …

… sembra assumere contorni ancora più inquietanti e preoccupanti la vicenda delle più di mille tra autovetture e motorini che tra il 1997 ai giorni nostri sono state sequestrate dagli agenti della polizia municipale di Aversa e poste in custodia alle due ditte autorizzate presenti sul territorio.

“Centinaia e centinaia di mezzi che costituiscono per le già disastrate casse comunali aversane una vera e propria bomba ad orologeria”, era stato denunziato da queste colonne indicando un esborso possibile, all’orizzonte, di un milione di euro. Ebbene, dagli addetti ai lavori, è venuta una precisazione al rialzo. La somma si avvicinerebbe sensibilmente ai due milioni di euro e non sarebbe, comunque, inferiore al milione e mezzo.

La vicenda, che vale la pena riassumere, è simile a quella verificatasi anche a Napoli (e chissà in quante altre città italiane) qualche anno fa. Le oltre mille macchine custodite nei depositi giudiziari delle ditte Marino e Della Corte sono state, in questi anni, o rimosse con il carro attrezzi perchè bloccavano il traffico o perchè abbandonate nelle strade comunali o perché sequestrate perchè sprovviste di copertura assicurativa obbligatoria.

Successivamente, benché i proprietari fossero stati avvertiti secondo le modalità previste dalla normativa vigente, non le hanno mai ritirate. Sempre secondo le leggi in vigore, una volta avvertiti i proprietari e trascorsi novanta giorni senza che questi ultimi abbiano provveduto al ritiro dai depositi giudiziari si deve provvedere alla rottamazione.

Ad Aversa però di giorni ne sono passati molti di più, tenuto conto che si parla di automobili e moto ferme dall’oramai lontano 1997, quando c’era ancora la lira e i modelli più in voga allora oggi sarebbero da museo dell’auto. Al di là del problema economico che, di fronte a quanto si sta evidenziando, rischia addirittura di passare in secondo piano, c’è un problema di natura ambientale.

Sempre gli addetti ai lavori, infatti, evidenziano che per la stragrande maggioranza di quelle vetture sequestrate non si può più parlare di rottamazione dei veicoli pura e semplice, ma di smaltimento di rifiuti speciali per i quali bisogna rivolgersi a ditte specializzate e seguire un particolare iter. Insomma, un procedimento particolare che ha i suoi costi e qui la cifra si fa ancora più preoccupante, senza contare che ci potrebbero essere anche degli aspetti di natura penale, tenuto conto che aver tenuto ferme queste autovetture per tantissimi anni potrebbe aver provocato danni a causa di eventuale percolato.

Le auto più vecchie, e sono la stragrande maggioranza, dovrebbero essere smontate ed alcuni componenti, tipo le batterie, dovrebbero seguire un particolare iter per lo smaltimento, oltre alla bonifica necessaria, a questo punto, dei suoli sui quali si è verificata la custodia, suoli che, tra l’altro, non sono nemmeno su suoli del comune di Aversa, ma di centri limitrofi i cui primi cittadini dovrebbero a questo punto preoccuparsi per quanto riguarda l’aspetto della salvaguardia ambientale del territorio di propria competenza. Dagli addetti ai lavori anche un’ultima precisazione: non possiamo agire, rottamando di nostra iniziativa le vetture non ritirate dai proprietari entro i 90 giorni.

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