Puc in Consiglio Regionale, opposizione: “Fare chiarezza”

di Redazione

Dario Di MatteoTEVEROLA. Il gruppo “Teverola Avanti” non ha intenzione di abbassare la guardia sulle tematiche che riguardano il futuro della città.

E non a caso, dopo aver portato la battaglia in varie sedi istituzionali,martedì 23 aprile ha voluto che il piano urbanistico comunale approdasse anche in Consiglio regionale, dove si è svolta un’audizione ad hoc sullo strumento urbanistico teverolese.

Un incontro sollecitato dal gruppo consiliare, guidato da Dario Di Matteo, ed organizzato, nella veste di consigliere del consesso campano, da Nicola Caputo, originario di Teverola. Nel corso dell’audizione, cui hanno preso parte i dirigenti del settore Urbanistica, sono stati analizzati vari punti di illegittimità del Puc.

“E’ un altro significativo passo – commenta Di Matteo – per portare alla conoscenza di tutti quali sono i danni che verrebbero arrecati dall’eventuale approvazione di un puc che nasce da presupposti sbagliati. Il nostro gruppo vuole che Teverola abbia presto il piano urbanistico, ma un piano che vada nella direzione di offrire una vera opportunità di riscatto e sviluppo al territorio”.

Sotto i riflettori ci sono i criteri di “trasparenza del tutto calpestati, difformità che contrastano con i piani sovraordinati, una politica del cemento che renderà ancora più invivibile un paese dove ormai non ci sono più aree libere da case, aziende ed esercizi commerciali”.

A Caputo va il grazie del gruppo Teverola Avanti per “essersi interessato in modo concreto e deciso ai problemi della città, favorendo la costituzione di un tavolo che oggi ha fatto chiarezza su molti aspetti”. Di mezzo c’è un territorio martoriato, che invoca un cambio di rotta. “Non vogliamo di certo indirizzare il nostro impegno verso una mera lotta politica – conclude Di Matteo – ma piuttosto farci portavoce delle esigenze reali della gente che ha il diritto di vivere in un luogo migliore, in un paese che non venga ancora sacrificato nel nome di logiche di parte, lontane dall’interesse collettivo”.

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