Le reliquie dei Beati Beltrame a Succivo

di Redazione

 SUCCIVO. Le reliquie dei Beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, prima coppia di sposi beatificata dalla Chiesa Cattolica nell’ottobre 2001, arriveranno per la prima volta nella parrocchia della Trasfigurazione di Succivo sabato 27 aprile, alle ore 20.

La chiesa rimarrà aperta fino a mezzanotte per l’adorazione. Le reliquie resteranno in custodia alla parrocchia fino a domenica 28 aprile quando, prima della celebrazione della Santa Messa, alle ore 18, interverrà per una testimonianza l’unico figlio ancora vivente dei coniugi, il dottor Francesco Beltrami, loro figlio adottivo. Dall’unione di Luigi e Maria sono nati infatti quattro figli, due maschi e due donne. I maschi (Tarcisio e Paolino) sono divenuti entrambi sacerdoti, delle donne, la prima Cecilia è divenuta suora e l’ultima Enrichetta, anche lei consacrata, è comunque rimasta nello stato laicale. Francesco invece fu adottato dai coniugi e domenica pomeriggio nella chiesa di Succivo racconterà la storia dei suoi genitori.

“Siamo felici – dichiara don Crescenzo Abbate – di poter avere per due giorni nella nostra parrocchia le reliquie dei due Beati. Non hanno fondato congregazioni. Non sono partiti missionari per terre lontane. Semplicemente hanno vissuto il loro matrimonio come un cammino verso Dio facendosi santi. Il Papa li ha beatificati infatti in occasione del ventesimo anniversario della Familiaris Consortio. In quell’occasione, per la prima volta nella storia della Chiesa abbiamo visto elevata alla gloria degli altari una coppia di sposi, beati non “malgrado” il matrimonio, ma proprio in virtù di esso.La beatificazione dei coniugi Quattrocchi è avvenuta, non a caso, in occasione della giornata della famiglia, segnando una svolta sul modo comune di concepire la santità: non più soltanto appannaggio di suore, sacerdoti e singoli fedeli, ma un cammino aperto e praticabile da tutti gli sposi cristiani. Mezzo secolo di vita insieme, senza mai un attimo di noia, di stanchezza, ma conservando sempre il sapore continuo della novità. Con un unico segreto, la preghiera”.

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