ORTA DI ATELLA. Domenica 21 aprile, alle ore 18.30, nell’ambito del sesto ciclo di incontri “Histosophia”, al Centro Studi “Massimo Stanzione” di via Mazzini
Assieme all’autore, interviene l’architetto Alessandro di Lorenzo.
Il libro. «Ci sono fasi storiche che vanno oltre lorizzonte temporale di una vita. E che lasciano, dentro chi le attraversa, una fastidiosa sensazione di incompiutezza». I movimenti giovanili di protesta degli ultimi quarantanni sono una realtà da esplorare per Gianluca Vitiello, traduttore freelance mosso dallesigenza di rispondere ai suoi personali interrogativi sulla partecipazione oggi. Lautore fila la trama di un impegno politico fatto di cortei, occupazioni, centri sociali, ma soprattutto animato da tanti ragazzi. Leonardo, Valeria, Claudio. E ancora Luca, Peppe, Diego. La loro storia diventa il racconto degli avvenimenti che hanno caratterizzato lopposizione sociale in Italia dal Nord al Sud. Interrogando operai, disoccupati, no-global e raccogliendone le testimonianze, Vitiello traccia un percorso, seguendone l’evoluzione dal ʼ68 a oggi, e ne registra i cambiamenti, che sono quelli di una società entrata nel pieno dellemergenza per il precariato, la globalizzazione, i disastri ambientali, le aspirazioni deluse. «Il motore primo dei suoi scritti sono gli individui» scrive Silvio Perrella nella prefazione. «Non è un caso che ogni capitolo sia contraddistinto da un incontro e dalla traccia umana che ha lasciato incisa nella sua memoria».
L’autore. Gianluca Vitiello (1971) vive e lavora a Napoli. Traduttore freelance dallinglese, già collaboratore dei periodici Napoli Monitor e La Sinistra, dal 2007 al
Le recensioni. «Queste pagine di cronaca narrativa di Gianluca Vitiello fanno venire in mente due protagonisti, uno del giornalismo ineludibile come Giancarlo Siani, e laltro di una letteratura mai andata a male, come Annamaria Ortese […] Rispetto ai suoi referenti Vitiello tesse un ordito più intenso e più dolorosamente avvincente, perché rispetto a Siani e alla Ortese, nuovi torti hanno insudiciato i vicoli, e nuovi quarteri, come Scampia, si sono zavorrati sui preesistenti. (Piero Antonio Toma, La Repubblica)
“Elemento centrale del suo impegno è lindividuo, quello che è messo alla prova dalla Storia, quello che lascia le proprie tracce nello spazio sociale e urbano. Ma cè di più. Nel libro, che va acquistato e letto, è la città a essere illuminata. Per Gianluca Vitiello questo è il luogo dove la possibilità di una sintassi sociale si produce, dove ognuno è solo ma al tempo stesso in contatto con gli altri. La città di cui l’autore parla è Napoli. Città che contiene in essa molte altre città”. (Roberto Perrotti, Il Corriere Nazionale)
“Un ruolo tutto particolare è giocato da Napoli, che lautore racconta tra fasti impossibili e miserie sempre nuove; la Napoli di Bassolino che giocava la carta delleuropeismo e dellaccoglienza poi naufragata sotto i colpi degli scandali; la Napoli dei quartieri popolari e quella della borghesia rampante con lunico comune tratto distintivo della presenza incombente, opprimente ed angosciante dellintreccio tra camorra e politica. Ma cè anche spazio per una Napoli a molti sconosciuta perché taciuta dai media, quella della speranza che occupa e realizza piccole comunità attive sul territorio, centri sociali dai segni distintivi che solo la fantasia dei napoletani sa partorire”. (Enzo Di Brango, Le Monde Diplomatique)