Quirinale, prima votazione: flop di Marini, bocciato patto Pd-Pdl

di Antonio Taglialatela

MariniROMA. Giovedì mattina le Camere si sono riunite per votare il nuovo Presidente della Repubblica. Potrebbe essere il giorno di Franco Marini, dopo l’accordo tra Bersani, Berlusconi e Monti. Tuttavia, alla prima votazione l’ex sindacalista non ha raggiunto il quorum.

Marini, infatti, è rimasto lontano dal quorum dei 672 voti necessario per centrare l’elezione in una delle prime tre tornate. Ne ha ottenuti solo 521, contro i 240 ottenuti del principale “sfidante” Stefano Rodotà. Altre preferenze per Sergio Chiamparino 41, Romano Prodi 14, Emma Bonino, 13, Massimo D’Alema 12, Giorgio Napolitano 10, Anna Finocchiaro 7, Annamaria Cancellieri 2, Mario Monti 2. I voti dispersi sono stati 18, 104 le schede bianche, 15 le nulle. Un’altra seduta è attesa per le ore 15.30 e il risultato della nuova votazione dovrebbe conoscersi entro la prima serata.

Berlusconi resta comuqnue ottimista: pur non sbilanciandosi su un consenso in prima battuta, si dice convento che alla fine Marini “passerà”. Il Pd, tanto per cambiare, è spaccato, con Renzi che ha fatto sapere che non voterà per Marini. Anche il leader di Sel, Nichi Vendola, e i suoi hanno annunciato che voteranno Rodotà, il candidato scelto dai 5 Stelle dopo le rinunce, a seguito delle “quirinarie” on line, di Gabanelli e Gino Strada.

Sono previste più votazioni successive, qualora non si arrivasse ad una scelta condivisa già in prima battuta. Una prospettiva, questa, che appare alquanto improbabile, considerando che per i primi tre scrutini è prevista una maggioranza pari ai due terzi del totale dei “grandi elettori”, che complessivamente sono 1.007: 630 deputati, 319 senatori e 58 delegati delle Regioni (tre per ciascuna, con l’eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno soltanto).

L’asticella è piazzata a quota 672 voti, dalla quarta votazione sarà sufficiente invece la maggioranza assoluta, ovvero 504 voti.Il no della truppa di Matteo Renzi vale 51 voti, quello di Nichi Vendola altri 47, senza contare altri franchi tiratori che potrebbero uscire tra il Pdl e i montiani. La Lega, invece, hanno annunciato che voterà Marini.

“E’ una battaglia dura – ha detto Marini in mattinata – e spero si possa fare bene. Oggi De Mita mi ha fatto una telefonata, mi ha fatto molto piacere. L’augurio è che il mio partito possa ritrovare una forte unità. Scissione? Ma quale scissione”.

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