Prove d’intesa tra Pd e Pdl. Corsa a 4 per il Colle

di Mena Grimaldi

 ROMA. Giuliano Amato, Massimo D’Alema, Pietro Grasso e Franco Marini. Questa la rosa dei quattro nomi dei probabili papabili al Quirinale.

Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi si sono visti per un’ora alla Camera, nella sala di presidenza della Commissione Trasporti, e l’incontroè servito a entrambi per misurare chiusure e aperture reciproche. Nel colloquio si è convenuto di andare verso un nome largamente condiviso, e si è deciso di procedere su rose di nomi che siano notoriamente ben accetti a entrambi.

Ovviamente, però, “non a ogni costo”, ha spiegato Enrico Letta. Ufficialmente nomi di papabili per il Quirinale non ne sono stati fatti, ha assicurato il vicesegretario del Pd, che con Angelino Alfano ha partecipato all’incontro. Nomi no, ma profili che potrebbero andare bene a entrambi sono stati delineati. Si è parlato solo di Quirinale e non di governo.

La decisione è stata di rinviare il tema del governo ad altra data, dopo che in mattinata Bersani aveva ribadito il suo no al governissimo e l’intenzione di andare avanti sulla via di un esecutivo di cambiamento.

“E’ stato un buon incontro, ma siamo solo all’inizio”, ha premesso Letta, “è stato utile per chiarirci sui criteri per individuare una rosa di personalità, poi una personalità che possa rappresentare l’unità del Paese come ha fatto Giorgio Napolitano. Vogliamo che si parta con l’idea di eleggere un presidente largamente condiviso e ci sembra che il Pdl voglia muoversi su questa strada”. “Sarebbe un bel segnale”, ha spiegato Letta, se all’elezione si arrivasse già il 18 aprile.

Anche perchè è nelle prime tre votazioni che serve la maggioranza dei due-terzi. Se si andasse oltre, sarebbe il segnale che il centrosinistra procede da solo. Il Pd “vuole tentarle tutte”, ha assicurato.

Ma “non a ogni costo”. Su questo Bersani è stato chiaro di nuovo oggi. “Io non sono disposto a meccanismi di scambio”, ha ribadito.

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