Governo di larghe intese: ipotesi Amato o Letta premier

di Antonio Taglialatela

 ROMA. Ci sarebbero Giuliano Amato ed Enrico Letta in lizza per la nomina a presidente del Consiglio dopo la rielezione di Giorgio Napolitano al Colle.

Amato, che già ha ricoperto l’incarico dal ’92 al ’93 e dal 2000 al 2001, è gradito al Pdl, meno alla Lega. I berlusconiani non osteggerebbero, comunque, Letta, il cui nome, rispetto a quello di Amato, sembra l’unico in grado di riunire buona parte del Pd, ormai lacerato da insanabili divisioni. Nel caso di Amato lo scherma prevederebbe due vicepresidenti: lo stesso Letta e il segretario del Pdl Angelino Alfano. Quest’ultimo, invece, potrebbe essere vice anche in un governo targato Letta.

Tra i ministri potrebbero figurare due dei “saggi” nominati da Napolitano: Gaetano Quagliariello del Pdl e Luciano Violante del Pd, che molti vorrebbero alla giustizia. L’economia o gli esteri potrebbero andare al premier uscente Mario Monti, anche se a capo della diplomazia qualcuno vedrebbe meglio Massimo D’Alema.

Tra le fila dei montiani si profilerebbe anche la conferma agli Interni di Annamaria Cancellieri e di Enzo Moavero Milanesi alle Politiche comunitarie. La Lega, poco propensa ad accettare, come detto, un governo Amato, proporrebbe un altro “saggio”, Giancarlo Giorgetti, a viceministro all’Economia o a ministro dell’Agricoltura. Alla guida delle finanze, però, c’è un nome gradito al presidente Napolitano: Fabrizio Saccomanni, direttore generale di Banca d’Italia.

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