Concordia, al via udienza preliminare: 200 richieste di parte civile

di Antonio Taglialatela

 GROSSETO. Al via l’udienza preliminare, al Teatro Moderno di Grosseto, sul naufragio della nave Costa Concordia all’isola del Giglio.

Il gup Molino deve vagliare le richieste di rinvio a giudizio contro l’ex comandante Francesco Schettino e altri cinque indagati. In questa prima fase il giudice ha previsto udienze fino al 24 aprile. Oltre a Schettino, le richieste di rinvio a giudizio riguardano gli ufficiali di plancia Ciro Ambrosio e Silvia Coronica, il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin, l’hotel director della nave Manrico Giampedroni, il coordinatore di crisi della flotta Costa, Roberto Ferrarini. Le accuse sono di omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose. Schettino dovrà rispondere anche di abbandono della nave, naufragio colposo, abbandono di persone incapaci e omesse comunicazioni alle Capitanerie di porto; mentre Ambrosio, Coronica e Rusli Bin sono accusati anche di naufragio colposo. Circa 200 le richieste di costituzione al processo da parti civili.

IL GIGLIO CHIEDE 80 MILIONI DI DANNI. Tra queste il Comune del Giglio, che chiede 80 milioni di euro di danni per “gli evidenti irreparabili danni alla propria identità, alla sua naturale vocazione turistica e alla sua immagine destinata ormai ad essere associata a tale tragico evento”. “Senza dire poi – si legge ancora nell’atto di richiesta di costituzione di parte civile proposto dal Comune attraverso l’avvocato Alessandro Maria Leggi – del più completo stravolgimento di una delle più belle aree paesaggistiche del suo territorio e della sua costa, del porto, della vita dell’isola e della popolazione, così come della macchina amministrativa”, che nei tempi successivi al naufragio subì un ‘blocco’, che secondo il Comune è destinato a proseguire fino alla rimozione del relitto. Inoltre, riguardo al patteggiamento accordato a Costa Crociere Spa con la condanna al pagamento di un milione di euro, l’avvocato del Giglio ha detto che “il patteggiamento non ha alcun impatto sulla posizione della società come responsabile civile (nel processo, ndr) costituendone, al contrario, un ulteriore tassello”.

“500MILA EURO A PASSEGGERO”. Cinquecentomila euro per ogni passeggero che ha riportato danni nel naufragio della CostaConcordia: è invece la quantificazione del danno stimata dal pool di avvocati ‘Giustizia per laConcordia’ all’atto di chiedere la costituzione di parte civile all’udienza preliminare in corso a Grosseto. Complessivamente i passeggeri assistiti dal pool sono oltre un centinaio.

CODACONS CHIEDE “SIMULAZIONE”. A costituirsi parte civile anche il Codacons, per il quale senza l’errore del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin la Concordianon sarebbe finita contro gli scogli del Giglio. Per dimostrare quanto emerge dal modello elaborato da Bruno Neri, dell’Università di Pisa, l’associazione di consumatori ha depositato a gennaio in procura, a Grosseto, una richiesta formale perché sia effettuata una simulazione di quanto accaduto la notte del 13 gennaio davanti all’isola. La simulazione avverrebbe con la nave gemella dellaConcordia, la Costa Serena, utilizzando “naturalmente non gli scogli, come punto di impatto, ma una boa” spiega Neri.“L’errore del timoniere indonesiano è probabilmente, addirittura, determinante, ferme restando le responsabilità di Schettino e di Costa a terra. Fu il comandante ad accorgersi dell’urto che stava per avvenire: per questo diede l’ordine in modo così concitato, e poi frainteso dal timoniere”.

ESPERTO USA: “SCHETTINO FECE IL POSSIBILE PER EVITARE TRAGEDIA”. “Il capitano Schettino ha fatto il possibile per evitare una tragedia come il Titanic. Diversamente la nave Concordiasi sarebbe inabissata”, afferma William Bill Gossard, consulente del National Transportation Safety Board degli Stati Uniti, intervenendo alla “X Conferenza Icosit” in corso a Montesarchio (Benevento). “Piuttosto – aggiunge l’esperto – occorre domandarsi di chi sono davvero le responsabilità di quanto accaduto. Il naufragio dellaConcordiaè il risultato di una mancanza di regole chiare e stringenti. Invece che prendersela con Schettino, bisognerebbe individuare le responsabilità di chi, di fatto, ha acconsentito alla pratica degli inchini”. L’esperto americano ha puntato decisamente l’indice verso chi, a suo giudizio, “nei fatti, ha consentito il diffondersi della pratica dell’inchino”. La Concordia, però, si difende.

COSTA: “A PARTE LE VITTIME, NOI ABBIAMO SUBITO IL DANNO MAGGIORE”. “Abbiamo perso una nave da 500 milioni. Chi commette un reato lo deve risarcire”, e “a parte le vittime, Costa è quella che ha subito il danno maggiore”. Lo ha detto l’avvocato di Costa Crociere, Marco De Luca, conversando con i giornalisti. Nel confermare che la compagnia genovese chiederà “la costituzione di parte civile”, l’avvocato De Luca ha poi replicato a chi gli domandava cosa ne pensasse della richiesta di alcuni avvocati delle vittime di chiedere un milione di euro di risarcimento per ogni passeggero: “Anche 10 milioni, allora – ha detto polemicamente il legale di Costa – sarebbe una corsa a salire sulle navi sperando che affondino, per risolvere i propri problemi economici”.

EX INDAGATO: “MIA CARRIERA DISTRUTTA”. Tra i richiedenti anche un ex indagato, la cui posizione è stata archiviata: Salvatore Ursino, ufficiale in affiancamento la sera del disastro. Lo ha annunciato il suo avvocato Antonio Langher: “Ci costituiamo parte civile contro Costa Crociere Spa per vedere riconosciuti alcuni suoi diritti – ha detto Langher – Prima di tutto non ha percepito i soldi che gli spettavano da contratto e, essendo tra i più giovani ufficiali della Compagnia, ha visto la sua carriera distrutta. Adesso infatti non è imbarcato ma lavora in ufficio”.

NAUFRAGA CITA CONCORDIA ANCHE NEGLI USA. C’è poi una naufraga che ha intentato una causa anche negli Stati Uniti a causa della “lentezza allucinante della giustizia italiana”. Mara Parmegiani, infatti, si è rivolta all’avvocato statunitense John Eaves, il quale ha intentato causa alla Costa Carnival alla Corte di Stato degli Stati Uniti. “Sono voluta venire – ha continuato la naufraga – perché voglio vedere il comandante Francesco Schettino in faccia e soprattutto voglio sentire la sua voce”.

L’udienza preliminare è stata rinviata a mercoledì 17 aprile dal gup di Grosseto, Pietro Molino.

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