ROMA. “Noi dobbiamo spiegare perché non vogliamo il governissimo: perché non è la risposta ai problemi”. Sono le parole dio Pierluigi Bersani che è tornato a parlare sabato mattina da Corviale, quartiere periferico di Roma.
“No alle larghe intese”, ribadisce il leader del Pd.“Il Pdl ha detto no” al governo di cambiamento guidato da Bersani “ma a un certo punto ha detto sì purché noi indichiamo il Presidente della Repubblica. Allora io ho detto no”.
E ribadisce l’intenzione di trovare un accordo su un candidato condiviso per il Colle: “Noi siamo fedeli alla Costituzione, che dice che il presidente della Repubblica rappresenta l’unità nazionale. Faremo una ricerca onesta fino a prova contraria della soluzione più largamente condivisa in Parlamento”. Nel suo discorso, il leader del Pd non poteva farsi mancare il “messaggio” rivolto a Matteo Renzi.
“Qualcuno mi ha detto che quello con il M5S è stato un incontro umiliante e questo non l’avrei accettato neanche da mio padre, ma per il bene del partito sto zitto. L’arroganza umilia chi ce l’ha” dice Bersani, richiamando implicitamente le critiche di qualche giorno fa del sindaco di Firenze. E ancora, prosegue Bersani: “Siamo a un incrocio e questo è un ulteriore elemento di difficoltà in una fase difficile ma è indecente che in questa fase si dica la politica faccia presto. Di qualunquismo in giro ce ne è già troppo”.
E aggiunge: “Serve una scossa dal lato sociale e una scossa dal lato della moralità pubblica. Con meno di questo è molto difficile che l’Italia possa riprendere il suo cammino”.
Bersani respinge anche la rappresentazione di chi lo descrive ostinato ad andare avanti nonostante le difficoltà: “L’ho detto anche in cinese: ci siamo se serviamo alla causa. Se sono di intralcio mi faccio da parte. Io testardo, ma dove siamo arrivati? C’è una politica disinteressata e costituzionale”.
E riferendosi al Movimento 5 Stelle ha detto: “Ai Cinque Stelle dico: predicavate il cambiamento e ora? Siete ancora lì a dire che c’è l’inciucio Berlusconi-Bersani? Avanti sulla distruzione del Paese”.
