22 anni fa uccise i genitori: Pietro Maso torna libero

di Antonio Taglialatela

 MILANO. Dopo aver scontato 22 anni di pena per l’omicidio dei genitori avvenuto il 17 aprile del 1991 in provincia di Verona, Pietro Masoè tornato libero.

E’ uscito, lunedì mattina, dal carcere di Opera a bordo di un suv bianco guidato da un uomo. Sono venuti a prenderlo le due sorelle Laura e Nadia, che lo avevano perdonato alcuni anni fa, e un uomo. Con la sua definitiva scarcerazione e il ritorno alla libertà, Masonon lavorerà più negli uffici del Provveditorato regionale delle Carceri, dove faceva le pulizie dal 9 ottobre 2008, in quanto il contratto è decaduto automaticamente. Masoha raccontato la sua storia, dall’omicidio alla redenzione, in un libro intitolato “Il male ero io”, che uscirà martedì.

LA VICENDA. I coniugi Maso, Antonio e Mariarosa Tessari, 52 e 48 anni, vennero uccisi nella loro casa. Pietro, insieme ai due complici,li colpì a morte servendosi di un tubo di ferro e altri corpi contundenti, tra cui spranghe e un bloccasterzo. La motivazione era intascare subito la sua parte di eredità. Due giorni dopo Pietro, allora ventenne, finì in carcere. La condanna definitiva fu a 30 anni e due mesi di reclusione, a cui si devono però sottrarre 3 anni di indulto e 1800 giorni di liberazione anticipata. Nell’aprile 2011 era stata proposta la revoca del beneficio della semilibertà, ma poi il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva rigettato l’istanza della Procura generale. In seguito, nel febbraio 2012, lo stesso Maso aveva chiesto di uscire dal carcere commutando la pena in detenzione domiciliare, richiesta bocciata dai giudici di sorveglianza. E nei mesi scorsi, infine, era stato lui stesso a rinunciare all’affidamento in prova ai servizi sociali.

IL SINDACO: “NON PIU’ NOSTRO CONCITTADINO”. “Pietro Masonon è più un cittadino di Montecchia di Crosara”. Edoardo Pallaro, sindaco del paese dove si consumò il delitto, un mese fa aveva così commentato la notizia. “Come sindaco – spiegava Pallaro – non ho altri commenti da fare, perché quando una persona finisce in carcere la residenza passa dove viene scontata la pena”. “Tra l’altro qui a Montecchia – aggiungeva – non vive più nessun parente, le due sorelle si sono trasferite e la casa dove avvenne il delitto è stata venduta”. “A nome dalla cittadinanza – sottolineava il sindaco – posso tuttavia affermare che il paese ha voltato pagina, in tutti i sensi. Si va avanti con fiducia e serenità”. Il sindaco (ex An, eletto per il Pdl) si esprime tuttavia a titolo personale sul meccanismo della giustizia: “Se ha scontato tutta la sua pena – conclude il sindaco – va bene che torni libero, se invece ha avuto degli sconti non sono d’accordo. Io sono contro qualsiasi sconto di pena, perché è una mancanza di serietà”.

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