Boston, bomba vicino al governatore. Martin, Krystle e Zhou le vittime

di Redazione

 BOSTON. L’attentato di Boston potrebbe avere una matrice politica interna. Almeno è una delle piste che starebbero vagliando gli investigatori.

Dal luogo del ritrovamento dell’innesco la bomba potrebbe essere stata posta proprio dove era seduto il governatore del Massachusetts, Deval Patrick, poco prima dello scoppio. A scriverlo è il Boston Globe. Gli inquirenti hanno trovato un comando elettrico che si pensa sia stato utilizzato per attivare lo scoppio delle bombe.

Gli ordigni usati per compiere l’attentato erano costituiti da pentole a pressione piene di schegge metalliche, chiodi e cuscinetti a sfera, collegate a detonatori. Nelle pentole, nascoste in buste di nylon nero o zaini, sono state trovate anche tracce di circuiti elettronici che farebbero pensare all’uso di timer.

Finora, comunque, non sono giunte rivendicazioni dell’attentato.E non ci sono fermati, al momento. Il ragazzo saudita rimasto ferito a causa delle esplosioni di Boston non è un sospettato: lo afferma la Cnn che cita una fonte vicina alle indagini. “Si trovava solo nel posto sbagliato al momento sbagliato”, commenta la fonte. Inoltre, non ci sono indicazioni di un collegamento tra l’attentato e Al Qaeda. Le stesse fonti spiegano infatti come al momento non ci siano elementi che inducono a pensare ad un coinvolgimento del gruppo terrorista.

Identificate, intanto, le tre vittime.Martin Richard, un bambino americano di 8 anni che si trovava in prima fila per vedere il padre William tagliare il traguardo della maratona. Con lui c’erano la sorellina di sei anni, che ha perso una gamba nell’esplosione, e la madre Denise, ferita alla testa che ora lotta in ospedale tra la vita e la morte. Davanti alla porta di casa della famiglia Richard sono stati deposti mazzi di fiori.Poi la 29enne Krystle Campbell, diplomata alla Medford High School nel 2001 e Zhou Danling,giovane studentessa cinese che si stava specializzando alla Boston University. Circa metà dei feriti (89 su 183) sarebbero stati dimessi dagli ospedali.

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