Argentina, piogge torrenziali: trenta morti a Buenos Aires

di Redazione

 BUENOS AIRES. Sono almeno 35, di cui 25 nella provincia di Buenos Aires e 6 nella capitale, i morti accertati per la tremenda bufera che si è abbattuta sulla zona di Buenos Aires e sul suo immenso circondario.

Lo ha annunciato il governatore della provincia Daniel Scioli in un’intervista alla radio. Raffiche di vento hanno divelto alberi, troncato le linee dell’alta tensione e scoperchiato i tetti della case nelle povere baraccopoli della periferia, le cosidette “villas miserias”.

Le piogge torrenziali hanno superato i 40 centilitri. Soprattutto nella parte nord della città le eccezionali precipitazioni hanno provocato alluvioni-lampo, impedendo la circolazione dei treni, allagando le stazioni della metropolitana e travolgendo i veicoli in sosta. Circa trecento persone hanno dovuto essere evacuate da un sobborgo e, secondo il sindaco Mauricio Macrì, nel complesso ammontano a 35.000 coloro che hanno subito danni a causa della tempesta.

Almeno 2.500 persone sono state evacuate nell’area di La Plata, cittá di 650mila abitanti a 50 chilometri a sud di Buenos Aires (è il capoluogo della provincia intorno alla capitale argentina). Come minimo fino a giovedì resterà in vigore l’allerta-maltempo. “Una tragedia senza precedenti, dalle serie conseguenze”, ha commentato il governatore Scioli. Le piogge torrenziali che si sono abbattute sul territorio nel corso della giornata sono diventate una “trappola letale”, ha spiegato Scioli, aggiungendo che “la nostra più grande preoccupazione è ora di salvare più vite possibili”.

Secondo le stime delle autoritá, ieri vi è stata in 12 ore alla Plata una quantitá di pioggia pari alla media dell’intero mese di aprile. Molte persone si sono arrampicate sugli alberi e sui tetti delle proprie abitazioni. Circa 280mila persone sono ancora senza luce a La Plata e nella provincia di Buenos Aires, dice il ministro della Pianificazione nazionale, Julio De Vido. “Il nostro lavoro – ha spiegato – è ripristinare i servizi, ma attenderemo fino a quando le attrezzature non si saranno asciugate, per garantire la sicurezza dei lavoratori del settore elettrico, perché non vogliamo altre vittime”.

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