CASAL DI PRINCIPE. Un verso della famosa canzone “Nessuno mi può Giudicare”, di Caterina Caselli, recitava: “La verità mi fa male lo sai”.
Evidentemente la commissione straordinaria del comune di Casal di Principe la deve conoscere molto bene, tant’è che spaccia per diceria una cosa realmente accaduta nel comune, che tutti conoscono da qualche mese, e cioè da quando hanno letto i loro duri provvedimenti adottati in merito alla vicenda che ha provocato l’abbandono della segreteria comunale da parte della dottoressa Damiano. Lo sanno sicuramente alcuni dipendenti contro i quali la triade si sta accanendo al solo scopo di dimostrare il loro modo integerrimo di combattere qualsiasi forma d’illegalità.
La segretaria aveva espresso il proprio parere contrario alla sospensione dal servizio dei dipendenti accusati, a vario titolo, di favoreggiamento con la camorra, e per questo non ha avuto altra scelta se non chiedere il trasferimento in altra sede. L’atto di sospensione dal servizio voluto dai commissari non era obbligatorio e per giunta è in corso il procedimento penale, per cui, in sostanza, anticipare sia pure di poco un provvedimento disciplinare appare del tutto illogico, inopportuno e intempestivo, con il rischio di reintegro in caso di assoluzione.
“Tutto il resto è noia”, avrebbe detto il compianto Franco Califano, e sta a dimostrare che, al di là delle favole che i commissari raccontano ai quattro venti, la verità è che essi preferiscono amministrare (si fa per dire, visto i risultati finora raggiunti) il nostro comune solo con l’ausilio di tanti illustri sconosciuti, presi da altre realtà diverse dalla nostra, che a malapena conoscono la strada per raggiungere Casal di Principe. Dante Alighieri diceva: “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”, solo che non siamo più nel Medioevo e siamo stanchi di abbassare sempre la testa e subire umiliazioni.
Ragionier Luigi Furia
