Camorra, arrestato capozona di Terzigno del clan Fabbrocino

di Redazione

 NAPOLI. Nella mattinata di giovedì, gli agenti del centro operativo di Napoli della Direzione investigativa antimafia hanno dato esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare in carcere a carico di Franco Matrone, …

… ritenuto uno dei maggiori esponenti del clan camorristico facente capo alla famiglia Fabbrocino e capozona per il comune di Terzigno. Sequestrati, inoltre, un immobile, quattro terreni ed una società di abbigliamento, nonché conti correnti e rapporti finanziari.

Nel dicembre 2012 Matrone si era già sottratto, rendendosi latitante, all’esecuzione della misura cautelare detentiva disposta a carico dei maggiori esponenti del clan Fabbrocino poiché ritenuto responsabile, in concorso, di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La vicenda era relativa ad un recupero di un credito nei confronti di un operatore economico di Terzigno, territorio di cui il Matrone è responsabile di fronte all’organizzazione criminale dei Fabbrocino.

La misura coercitiva, annullata dal Tribunale del Riesame di Napoli, che non aveva ritenuto comprovata l’identificazione di Matrone, è stata rinnovata in ragione delle ulteriori fonti di prova recentemente acquisite da nuove indagini disposte dalla Dda ed effettuate dalla Dia, che hanno confermato l’esatta identificazione dell’autore e le dinamiche della fattispecie delittuosa contestata.

Le indagini relative a Matrone rientrano in più ampio e complesso quadro investigativo relativo all’operazione “Fulcro” che, nel 2012, ha permesso la cattura di numerosi esponenti di rilievo del clan Fabbrocino, egemone nel comprensorio vesuviano, che avevano costituito la nuova struttura organizzativa del sodalizio a seguito dell’arresto e della condanna a due ergastoli dello storico capoclan Mario Fabbrocino, al quale era succeduto Biagio Bifulco affiancato dal cognato Francesco Cozzolino, dai fiduciari Francesco Maturo, Giovanni Sasso, e Mario Fabbrocino, cugino/cognato dell’omonimo capoclan, ed infine dai referenti territoriali Berardo Striano, per San Giuseppe Vesuviano, e Domenico Cesarano, per Palma Campania.

Il complesso quadro probatorio acquisito con l’indagine “Fulcro” ha dimostrato che l’organizzazione diretta dal Bifulco/Fabbrocino, dimostrando particolari capacità di relazione anche con le realtà criminali operative nei comprensori contigui, ha esercitato sistematicamente il controllo del territorio vesuviano soprattutto mediante il taglieggiamento dei maggiori operatori commerciali, il recupero crediti, il controllo degli appalti pubblici, la turbativa delle aste per l’acquisizione a prezzi di favore di beni di ingente valore economico, il voto di scambio finalizzato a favorire l’elezione di candidati vicini al sodalizio, il coinvolgimento di autorevoli esponenti di imprenditori e professionisti che hanno fornito la propria consulenza per il conseguimento dei fini illeciti dell’organizzazione quale, tra l’altro, l’investimento degli illeciti profitti conseguiti in numerose attività commerciali nel settore dell’abbigliamento e del commercio di alimenti con una grande capacità di infiltrazione in Campania, Calabria, Lazio, Abruzzo, Umbria, Emilia Romagna, Marche e Lombardia.

Il complesso di fonti di prova acquisite sul clan Fabbrocino ha consentito, nel corso dell’ultimo anno, di pervenire al sequestro preventivo di oltre 250 immobili, circa 100 imprese, liquidità e rapporti finanziari per oltre 18 milioni di euro, ed altri beni per un valore stimato complessivo di oltre 200 milioni di euro.

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