Movida, Marino: “Non serve a nulla militarizzare il centro storico”

di Redazione

Raffaele MarinoAVERSA. La repressione del nascere delle attività nel centro storico di Aversa, anche alla luce dei fatti di cronaca che hanno visto il decesso del giovane Emanuele Di Caterino, in controtendenza con quanto disposto con l’ultima ordinanza del sindaco Sagliocco il 9 aprile scorso, …

… non è la politica da attuare dall’attuale amministrazione comunale di cui faccio parte. Una volta rilasciate le autorizzazioni di somministrazione di tipo A e B, in conformità con quanto disposto dalla legge nazionale circa le liberalizzazioni, non si può reprimere lo sviluppo di una zona che crea un forte indotto anche dal punto di vista economico in questo modo.

Certamente, tutto questo non deve mai e comunque arrecare danno e disturbo ai residenti della zona con i quali si deve aprire una sorta di dialogo senza creare barriere e chiusure così come si sta facendo da un po’. Basti pensare che anche l’ultima ordinanza non è stata vista di buon occhio dal comitato dei residenti.

Misure di contrasto agli avventori incivili e ai locali che disturbano bisogna adottarle, ma senza che si metta la città sotto assedio delle forze dell’ordine. Relativamente alla suddetta ordinanza che impone che siano spenti gli impianti musicali dopo la mezzanotte.

I titolari delle attività sono disposti già da tempo all’installazione di limitatori acustici tarati dall’amministrazione o dall’Arpac, in modo da regolare anche le stesse emissioni e quindi dopo un certo orario non arrecare alcun disturbo a chi voglia riposare.

In sede di commissione “affari generali”, sentiti alcuni componenti, proporremo di far federare gli esercizi, affinché possano avvalersi di steward privati che aiutino la gestione del fenomeno, vista anche la disponibilità al pagamento di tasca propria, per la tutela e il controllo degli schiamazzi e di eventuali personaggi sgraditi o in stato alterato.

Propongo ancora di avere quotidianamente forze dell’ordine che controllino il fenomeno della movida e il rispetto delle regole ma che svolgano il loro servizio in abiti borghesi e cosi la loro presenza non venga vista come una forma di repressione militare.

Sentiti poi i titolari dei locali, essi sono ben disposti a venire incontro alle esigenze dei residenti per trovare assieme una forma di regolamentazione e di accordo comune che possa dare ampio respiro alle due categorie.

Spero seriamente che il sindaco voglia cercare di trovare una via più diplomatica diversa da quella “militare” che stiamo attuando nei confronti di attività che hanno portato nel centro storico di Aversa, lavoro ed investimenti in quello che ormai era un quartiere morto e sepolto dalla incuria e dalla crisi.

Il consigliere Raffaele Marino

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