Movida, commercianti lamentano perdita di incassi dopo ordinanza

di Antonio Arduino

 AVERSA. A proposito di movida, i commercianti di via Seggio avrebbero costituito una associazione per discutere con il primo cittadino delle conseguenze dell’ordinanza numero 93 del 9 aprile, firmata dal sindaco Sagliocco, …

… che fissa gli orari di apertura (non prima delle 6), e di chiusura (alle ore 2) degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, imponendo anche lo stop alla “diffusione musicale nei locali” alle ore 24. Orario, quest’ultimo, non adeguato alle attività svolte dagli esercizi di via Seggio – e non solo, perché le conseguenze della movida sono un problema cittadino – che, solitamente, aprono i battenti intorno alle ore 22. Conseguenze calcolate in una perdita degli incassi del 60 per cento.

Una voce di cui abbiamo chiesto conferma a Franco Candia, presidente della sezione locale dell’Ascom Confcommercio.“Al momento si tratta di voci. Non ho comunicazioni ufficiali in merito, ma ritengo possibile che sia stata presa una simile iniziativa, perché – dice – l’ordinanza sindacale 93 presenta delle, chiamiamole, anomalie”. “Mi riferisco – precisa Candia – al passaggio in cui dopo aver fatto riferimento alla legge 287 del 1991 l’ordinanza recita ‘sentite le associazioni di categoria maggiormente rappresentative’. Cosa che non è accaduto, perché l’Ascom Confcommercio non è stata sentita in merito”.

“Certamente, con la liberalizzazione degli orari, – continua Candia – gli esercenti possono scegliere e l’Amministrazione può, anzi deve, intervenire per mettere, se necessario, dei correttivi per contemperare gli interessi e i diritti degli esercenti con quelli dei residenti ma non può farlo senza confrontarsi, come recita l’ordinanza, con ‘associazioni di categoria maggiormente rappresentative, l’azienda di promozione turistica nonché le associazioni dei consumatori e degli utenti maggiormente rappresentative a livello nazionale’ che non mi sembra siano state interpellate”.

“Quanto alla diffusione musicale nei locali che l’ordinanza impone ‘termini entro le ore 24’ credo – aggiunge Candia – debba intendersi che dopo la mezzanotte la musica non sia udibile dall’esterno, non che debba cessare. All’interno dei locali la musica può continuare perché non darà fastidio ai residenti né ad altri se gli esercenti hanno provveduto ad una corretta insonorizzazione degli ambienti. Cosa facilmente verificabile con misurazioni specifiche”.

“A mio parere – riflette Candia – le scelte operate dell’Amministrazione e le richieste avanzate dagli esercenti che, stando a quanto si apprende dai quotidiani locali, si sono rivolti singolarmente o in gruppi al primo cittadino per trovare una soluzione alla problematica creata dalla movida hanno un errore di fondo che ha commesso l’Amministrazione ascoltando richieste o proteste di singoli senza la mediazione delle associazioni di categoria che tutelano gli interessi sia delle categorie rappresentate sia dei cittadini, al fine di contemperarli senza produrre danno ad alcuna delle parti”.

“Se il confronto non c’è, si ottengono – sottolinea – soluzioni sbagliate che tutelano, forse, interessi di singoli. Ma di sicuro non è questo l’obiettivo dell’Amministrazione che, ovviamente, intende tutelare gli interessi e diritti di tutti”. “Il confronto – conclude il presidente dell’Ascom Confcommercio – è necessario, maggiormente se si considera l’imminenza dell’estate che porta fisiologicamente un incremento del fenomeno movida e che in via Seggio il numero degli esercizi di somministrazione continua a crescere”.

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