Movida, Boldrini risponde al Comitato di Via Seggio

di Antonio Arduino

Laura BoldriniAVERSA. Adesso il problema della movida aversana è sotto l’osservazione di Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati.

Il 26 marzo scorso il “Comitato per la Vivibilità di via Seggio”, vista inutile ogni segnalazione, protesta, denuncia di quanto accadeva, e continua ad accadere, praticamente ogni sera ma con la massima intensità nelle notti del giovedì, venerdì, sabato e domenica nel centro storico cittadino fatta alle autorità locali si era rivolto alla presidente della Camera, nella veste di portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, chiedendo, in maniera provocatoria “asilo politico”.

“Riconoscendola come l’amica dell’umanità fantasma, di coloro cui vengono negati i diritti e le libertà fondamentali il Comitato si permette di elevare a Lei Presidente un disperato grido di aiuto. Siamo cittadini italiani e, in sede decentrata, cittadini aversani ed in quanto tali siamo privati della stessa legittimazione che spetta per diritto naturale e positivo di tutti i cittadini italiani. Le chiediamo “asilo politico” perché ci sentiamo, nella nostra città, come “rifugiati politici” che sfuggono da una realtà di delegittimazione assoluta, Per l’amministrazione comunale non abbiamo uno status di cittadinanza, non siamo nessuno” scrivevano alla terza carica dello Stato denunciando quanto accaduto negli ultimi mesi in via Seggio, ma non solo in via Seggio.

“Da tempo – ricordavano – il Comitato per la vivibilità dei residenti del centro storico di Aversa ha denunciato al procuratore della Repubblica del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, al dirigente del commissariato di polizia di Stato di Aversa, al comandante della compagnia carabinieri di Aversa, al comandante dei vigili urbani della città di Aversa, Prefetto di Caserta, ai coordinatori di tutti i partiti operanti nella città, all’Arpac Caserta al Sindaco di Aversa lo stato di invivibilità dei residenti a causa dell’eccessiva proliferazione nella zona di locali notturni di somministrazione di cibi e bevande, in virtù di una sfrenata liberalizzazione che tiene conto solo della logica del profitto delle imprese e non anche dei diritti costituzionalmente protetti dei cittadini residenti”.

“Sono stati segnalati, innumerevoli volte all’amministrazione comunale l’assenza di sicurezza”, sottolineavano nella nota. Poi, entrando in dettaglio, aggiungevano: “Consideri Signor Presidente che negli ultimi tre mesi nella movida del centro storico di Aversa sono avvenuti molti arresti di micro e macro criminalità come quello del figlio di Sandokan prelevato in uno dei locali alle sei del mattino”.

“Come risposta dagli organi a cui ci siamo rivolti abbiamo ottenuto il nulla. Intanto – ricordavano a Laura Boldrini – l’amministrazione continua a rilasciare licenze per le imprese di somministrazione, senza controlli. Al punto che il centro storico ormai appare come l’enclave dell’insicurezza”. Parole trasformate, purtroppo, in realtà dal pestaggio avvenuto nella notte tra sabato e domenica in piazzetta Lucarelli, al quale avrebbe assistito anche il figlio di un politico locale, e dall’omicidio conseguente alla rissa scatenata in piazza Bernini nella medesima notte. Parole che la presidente Boldrini ha raccolto e fatto sue, al punto da trasmettere al Comitato una nota in cui, segnalando la propria attenzione sulla vicenda, informa i componenti di avere trasmesso copia della segnalazione del Comitato al sindaco di Aversa per “i seguiti di competenza”.

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