Capannone, Santulli denuncia “interessi elettorali” nella vicenda

di Livia Fattore

 AVERSA. “Da più parti si sente dire che il Capannone è entrato più volte nelle trattative private di alcuni consiglieri e di qualche partito, che per interessi personali o elettorali avrebbero promesso di far fallire tutta l’opera istituzionale, già realizzata dall’Ente Comunale, …

… relativamente all’acquisto, per consentire e favorire l’unificazione di tutta la proprietà, dell’ ex Consorzio Canapa, da parte dei privati”. E’ questo uno dei passi più duri di una lunga nota, corredata da un vero e proprio pacco di documenti che il consigliere comunale indipendente ed ex deputato centrista Paolo Santulli ha rivolto al prefetto di Caserta “perchè non sono abituato a rivolgermi alla procura, sperando che qualcosa avvenga”. In effetti, l’affaire Capannone sembra rappresentare sempre più una brutta vicenda nella quale non si capisce chi è che non vuole che quello che fu il tempio del volley normanno e dei fasti della Virtus Aversa in cui confluirono i “Falchi” e i “Cuel”, sino all’unificazione eterni rivali.

Santulli spiega di ricorrere al prefetto “nella speranza che possa essere fatta “luce” e “giustizia” su una situazione che coinvolge la cittadinanza aversana che ha costituito vari comitati sulla questione”. “Nell’interesse di tutti, in particolar modo di quanti con grande dignità e responsabilità sono seduti o siedono nel Consiglio Comunale di Aversa e nel Consiglio Regionale della Campania, bisogna porre fine ai pettegolezzi e ai dubbi. Pertanto per rappresentare la verità di questa storia, non le chiacchiere, ho messo insieme tutti gli atti più significativi realizzati, dal Consiglio Comunale e dalla Giunta, fino ad oggi per sottoporli al suo esame”.

La questione del “Capannone” inizia nel 2005, quando il consiglio comunale decide di esercitare il diritto di prelazione per l’acquisto dell’immobile di via Saporito, di proprietà della Regione Campania, per continuare ad utilizzarlo quale palestra Comunale. Nell’aprile del 2007 viene sottoscritto il preliminare di compravendita dell’immobile facente parte del complesso “ex Canapificio”.

La detenzione del bene e l’usufrutto vengono trasferiti, immediatamente, all’atto della sottoscrizione del preliminare, al Comune di Aversa che viene autorizzato a fare i lavori di ristrutturazione secondo il progetto trasmesso alla Regione nel 2006. Nel contratto si prevede che alla scadenza dei cinque anni fissati nel preliminare ( 12/4/2012), la mancata attivazione del bene all’uso previsto, consente una reintegra del bene alla Regione, previo annullamento del preliminare di vendita e restituzione di quanto anticipato. In previsione della scadenza di aprile 2012 la precedente amministrazione, e, successivamente, anche quella attuale, ha chiesto alla Regione una proriga per l’attivazione dell’uso del bene in questione, ma da allora nessuna risposta nonostante i continui sollecit.

Da qui l’accusa lapidaria di Santulli: “la Regione Campania ci sta facendo rischiare di perdere il finanziamento e di non realizzare l’opera. Anche qui i malevoli, pettegoli, parlano di collusioni e favoritismi che potrebbero stroncare il mio ottimismo, e la fiducia nelle Istituzioni, ma questo appartiene, spero, al mondo della fantasia. Si chiede pertanto un autorevole, urgente, intervento della S.V., per intimare alla Regione Campania, dopo oltre un anno, una risposta risolutiva alla questione”. Questione che Santulli si dice pronto a chiarire ulteriormente anche con un incontro personale che nell’occasione chiede al prefetto.

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