“Fatti non Fummo a Viver Come Tedeschi!”

di Redazione

 SANTA MARIA CV. Ripercorrere su delle tavole di un palcoscenico il dramma della seconda guerra mondiale e l’Olocausto non è mai cosa semplice.

Riportarlo poi in una commedia comica e leggera senza risultare irriguardosi è impresa ancor più difficile. Se a tutto questo si aggiunge attualità e satira il risultato è “Fatti non Fummo a Viver Come Tedeschi!”, una commedia brillante e ironica andata in scena sabato 16 e domenica 17 nella splendida cornice del teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito della 1a Rassegna teatrale patrocinata dal Comune con il fattivo coordinamento del consigliere Peppe Russo.

La Commedia,interpretatain due atti, è ideata, scritta e diretta da Flavio Simeone, con la co-regia di Vincenzo Della Corte e gli attori della compagnia ‘Capolavori in Corso’: Luisa Germano, Alfonso Di Guida, Luca Canzanella, Gaetano Di Giovannantonio, Mattia Pisano, Nicolina Tamburrino e Antonella Capezzuto e lo stesso Vincenzo Della Corte.

Dal patto d’acciaio tra Italia e Germania fino alla cattura e all’esecuzione di Mussolini, una fetta di storia vissuta attraverso le vicende di un ipotetico italiano del tempo, il gerarca Vittorio Venturini, assunto a simbolo di una nazione intera che inneggiava al Duce e alla sua folle idea di entrare in guerra sposando la pazza causa di Hitler.

Ma i nodi vengono sempre al pettine e la radio che fino a poco tempo prima galvanizzava folle di fascisti con la voce del Duce, annuncia adesso la liberazione dell’Italia per mano degli anglo-americani. Molti, tra cui il nostro protagonista, sono costretti per salvare la propria pelle a rinnegare la propria identità e la propria ideologia politica, cosa che costerà all’Italia la proverbiale fama di voltagabbana.

La guerra è finita e qualcuno dovrebbe aver vinto ma il messaggio della moglie di Vittorio, Cecilia, mette in evidenza che in nessuna guerra può esserci un vincitore, men che meno nella seconda guerra mondiale dove ogni “senso logico” viene spazzato via dalla cieca furia di Adolf Hitler e dei suoi seguaci.

Uno spettacolo in cui si fondono sapientemente la storia e l’attualità, e in cui si incontrano il drammatico e il comico, con frequenti riferimenti alla situazione politica attuale, una commedia per ridere, per piangere, per pensare, per non rinnegare il passato ma imparare dalla storia il rispetto per la vita, e che in guerra non ci sonomai vincitori, ma solo vinti.

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