Gli studenti ortesi raccontano la città con le maschere atellane

di Redazione

 ORTA DI ATELLA. Appuntamento da non perdere sabato mattina ad Orta di Atella, dove gli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “Gallo” e della scuola media “Stanzione”, racconteranno la storia della Città attraverso la rappresentazione, in lingua maccheronica, delle quattro maschere atellane Pappus, Dossenus, Buccus e Maccus.

Lo spettacolo verrà proposto in un doppio appuntamento. L’apertura è prevista per le ore 09,30, nella sala consiliare “Don Peppino Diana” del Municipio, con gli studenti e i cittadini, che potranno ammirare l’originale interpretazione, ad opera di quattro studenti ortesi, che daranno voce alle maschere simbolo della cultura e del teatro atellano rappresentando un passato appassionante, depurato dalla retorica e dai luoghi comuni e sempre attuale ad Orta di Atella.

L’appuntamento proseguirà con la visita, nella tarda mattinata, di alcuni dei più importanti siti di interesse storico- artistico e archeologico di Orta di Atella, fra cui il Convento San Donato, il Santuario San Salvatore da Horta, il Castello di Casapozzano e la cinquecentesca Capella del Rosario.

L’iniziativa rappresenta una tappa degli incontri promossi dall’assessorato alla Cultura, guidato da Eduardo Indaco, e fortemente voluti dal primo cittadino Angelo Brancaccio per far conoscere alle giovani generazioni le radici, le tradizioni e la millenaria storia di Orta di Atella.

Oltre alle dirigenti scolastiche Arcangela del Prete e Maria De Marco, alle quali va tutto il plauso del primo cittadino per la preziosissima collaborazione, all’atteso meeting vi prenderanno parte il vice presidente dell’Archeoclub atellano, lo storico Andrea Russo, e il componente della commissione cultura dell’ente ortese, Luigi del Prete.

“Questo appuntamento – spiega Indaco – costituisce un ideale percorso celebrativo al quale questa Amministrazione tiene in maniera particolare. Ricordare la storia del nostro Paese e del nostro territorio, vuole significare non solo render omaggio a tutti coloro che nel passato ne hanno contribuito alla crescita, ma vuole valorizzare un patrimonio di cultura che meritava di essere messo a disposizione dei cittadini e soprattutto delle nuove generazioni”.

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