“Sarah fu uccisa in uno scatto d’ira”

di Redazione

Sarah Scazzi TARANTO. L’omicidio di Sarah Scazzi non è stato un delitto premeditato ma “uno scatto di ira”. Lo sostiene il pm, Mariano Buccoliero, raccontando nella sua requisitoria le fasi dell’assassinio.

E, accusando Sabrina e la madre Cosima, sottolinea come “l’una avrebbe potuto fermare l’altra. Ci fu invece una comune volontà omicida. Una la teneva e l’altra la strangolava”.
Durante la sua requisitoria, il pm Buccoliero ha ricostruito le fasi dell’omicidio. “Il 26 agosto 2010 Sarah arriva a casa verso le 13.50, Sabrina è in veranda, Michele è in cucina e scende in garage. Sarah – ha proseguito il pm – poco dopo va via turbata per tornare a casa, viene vista dal fioraio Giovanni Buccolieri mentre Cosima e Sabrina l’hanno raggiunta per riportarla a casa. Il ritorno a casa Misseri è verso le 14.10, tra le 14.18 e le 14.23 Sarah non può più rispondere. L’azione omicida fu uno strangolamento che è durato da tre a cinque minuti”.

“Il delitto – continua Buccoliero – è avvenuto in una stanza, in casa e c’erano tre soggetti: Cosima, Sabrina e Sarah. Le modalità violente con le quali viene ripresa Sarah esclude che poi ci si possa disinteressare di lei. Se Cosima è uscita e ha preso l’auto per riprenderla, vuol dire che era necessario impedire che Sarah tornasse a casa e raccontasse le ragioni del litigio e di tutto ciò che era accaduto in casa Misseri. Qualcosa di grave, legato allo stato di tensione tra le due cugine, la pubblicità dei rapporti intimi tra Sabrina e Ivano, e discussioni tra Sabrina e la madre per quello che avrebbe detto la gente ce ne sono state, lo conferma lo stesso Michele”.

“La ricostruzione dell’omicidio fatta da Michele Misseri è una farsa totale. Non dice mai con chiarezza quando, dove e perché avrebbe ucciso Sarah”, ha dettoBuccoliero. “Misseri – ha aggiunto – non accusa la moglie Cosima perché non sa se ha partecipato, stando a quanto gli dicono le donne di famiglia”.

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