Governo Bersani, si punta a ministri “esterni”

di Mena Grimaldi

 ROMA. Dopo la decisione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di affidare al leader del centrosinistra, Pierluigi Bersani, il compito di formare un governo è partito il “toto ministri”.

Bersani non ha un compito facile e sa che dovrà cambiare nuovamente tutte le carte in gioco. Deve riuscire, anche per la nomina dei ministri, a sorprendere così come è già avvenuto per Laura Boldrini alla Camera e Piero Grasso al Senato.

Un cambio di rotta che Bersani dovrà attuare anche sulle linee programmatiche se vuole ottenere la maggioranza. Crescita, lavoro, legge elettorale e ulteriori tagli ai costi della politica potrebbero essere il nuovo “collante” per tutti. Il leader del Pd sa che se vuole ottenere quella maggioranza certa, chiesta da Napolitano, dovrà contare sulla nomina di “esterni”, le cosiddette eccellenze del mondo civile.

Tra questi spuntano già i nomi di Andrea Orlando, Paola de Micheli e Francesco Boccia. Per gli Esteri si sta valutando il nome di Mario Monti, mentre agli Interni non dispiacerebbe al Pd la riconferma di Annamaria Cancellieri.

Per la Giustizia avrebbe puntato su Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale. E per la Cultura i montiani avrebbero riservatamente avanzato la candidatura di Ilaria Borletti Buitoni, ex presidente del Fai.

Oltre alla filosofa Michela Marzano (Pari opportunità). Molto si è parlato anche di Stefano Rodotà in chiave di calamita per i voti grillini. Alte le chance di un ministero economico per Fabrizio Barca e dell’Agricoltura per Carlin Petrini.

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