Blatter attacca Platini: “Non vuole la tecnologia”

di Redazione

 Joseph Blatter parla di tutto in una lunga intervista rilasciata al sito del quotidiano spagnolo “As”. Si comincia con la tecnologia nel calcio: “Non è la Uefa che non la vuole, – ha detto il numero 1 del calcio mondiale – è Platini”.

“Le federazioni, le leghe, gli arbitri, i calciatori, – ha aggiunto – tutti vogliono la tecnologia per i gol fantasma. Io non ero d’accordo ma dopo il gol non concesso a Lampard ai Mondiali del 2010 in Inghilterra-Germania ho capito che bisognava fare qualcosa e ora abbiamo sistemi affidabili che ci permettono di evitare il problema. La tecnologia si applicherà solo per i casi di gol fantasma, non per le altre cose: vanno tutelate le regole del gioco che prevedono anche l’errore degli arbitri come dei calciatori”.

“Gli arbitri di porta che ha voluto Platini – ha avvertito Blatter – non servono per il gol-non gol, perché l’occhio umano non è abbastanza veloce. Al momento vengono utilizzati solo nelle competizioni europee e in Italia, il promotore numero 1 è Collina, un ex arbitro italiano che lavora per la Uefa. Anche gli arbitri sono per la tecnologia sui gol fantasma che, posso confermare, avremo sia nella prossima Confederations Cup che nel Mondiale del 2014”.

Blatter ha parlato anche del calendario internazionale e si è soffermato sul razzismo. “Non si può debellare questo fenomeno con le sanzioni pecunarie per i club, bisogna punire con penalizzazioni, retrocessioni ed esclusioni dai tornei nazionali e internazionali”.

Capitolo doping, il calcio non sembra uno sport particolarmente colpito dal fenomeno. “La Fifa fa 5000 controlli l’anno e le positività sono praticamente nulle e anche alle Olimpiadi abbiamo visto che i casi di doping negli sport di squadra sono molto limitati, fatta eccezione per il ciclismo. Però la Fifa ha già introdotto il passaporto biologico per un maggiore controllo dell’atleta e per evitare che il doping trovi spazio nel calcio”.

Da combattere, invece, è la piaga delle scommesse. “Abbiamo un ambizioso programma: il primo obiettivo è che la gente che lavora nel calcio venga educata a denunciare immediatamente qualsiasi sospetto, abbiamo firmato un accordo con l’Interpol in questo senso investendo 20 milioni di dollari. Qualche problema però c’è: recentemente in Guatemala la Federazione ha sospeso a vita tre calciatori, ma la giustizia ordinaria ha ribaltato la sentenza che era fondata su basi solide”.

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