Siria, i ribelli espugnano roccaforte ad Aleppo: 200 morti

di Redazione

 ALEPPO. E’ costata circa 200 morti nei due fronti la battaglia che in otto giorni ha permesso ai ribelli siriani di espugnare un’accademia di polizia vicino a Aleppo, nel nord del Paese.

A riferirlo è stato l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una Ong vicina all’opposizione con base a Londra. All’alba di domenica 3 marzo i ribelli hanno preso il controllo della struttura nella città di Khan al-Assal dopo giorni di combattimenti con le forze fedeli al presidente Bashar al-Assad. Si tratta di uno degli ultimi bastioni che erano rimasti al regime nella parte occidentale della provincia di Aleppo.

Intanto, il presidente siriano Bashar al-Assad ha ribadito che non intende dimettersi e che è disposto a negoziare “con chiunque, compresi i terroristi che depongono le armi”.

In un’intervista al Sunday Times rilasciata nel palazzo di Al-Muhajireen, a Damasco, Assad ha rilanciato l’offerta già avanzata nei giorni scorsi: “Possiamo avviare un dialogo con l’opposizione ma non con i terroristi”. L’intervista arriva dopo che il segretario generale dell’Onu, Ban ki-moon, e il suo inviato per la Siria, Lakhdar Brahimi, si sono detti pronti a mediare “per facilitare il dialogo” tra il regime e l’opposizione.

Assad ha poi accusato la Gran Bretagna di volere armare i ribelli che combattono contro il suo regime. In un’intervista pubblicata dal Sunday Times, Assad ha detto: “Come possiamo aspettarci che la Gran Bretagna possa giocare un ruolo (per la soluzione della crisi, ndr) mentre è determinata a militarizzare il problema?”.

Per Assad, Londra intende “inviare forniture militari ai terroristi” e quindi il governo di David Cameron non può giocare un ruolo “costruttivo” per la soluzione del conflitto. L’intervista è stata rilasciata la scorsa settimana ed è la prima, da oltre un anno, concessa a un organo di informazione occidentale.

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