Pd, Chaouki “ascolta Caserta”: le ragioni di un mancato successo

di Redazione

ChaoukiCASERTA. “Tornare subito sul territorio, tra la gente, per spiegarsi i risultati scioccanti che il Pd ha conseguito nelle ultime elezioni e concordare un modello di rilancio comune”.

Il primo appuntamento della campagna “Ascolta Caserta” di Khalid Chaouki, eletto nella circoscrizione Campania2, è cominciato con un’assunzione di responsabilità. In attesa di sviluppi significativi sul versante governativo, nel pomeriggio di sabato presso la sede del Pd di via Turati, il trentenne d’origine marocchina-primo “Nuovo italiano” a conquistare lo scranno a Montecitorio – si è confrontato con la cittadinanza.

Ha dapprima ascoltato le problematiche locali, aperto un canale di dialogo (che continuerà tramite la creazione di un blog) con associazioni, tesserati e semplici curiosi e,inoltre, rilanciato il ruolo di Caserta quale “braccio italiano nel Mediterraneo”.

L’incontro coordinato dal segretario casertano Mauro Desiderio si è focalizzato sull’asse Mediterraneo quale porta d’accesso al Maghreb – immigrazione come risorsa – riconoscimento del diritto di cittadinanza per i figli d’immigrati. Sebbene per larga parte irregolare e poco integrata, la comunità africana stanziata nel casertano è numericamente tanto impotente da spostare gli equilibri sociali di un terra da troppi decenni in semi-stato comatoso.

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L’obiettivo di Chaouki è quello di confutare l’assioma” immigrazione uguale problema sociale” attivando le energie sopite nella società civile. Il Mediterraneo per il giovane neo-deputato è un mare ricco di opportunità che le asfittiche piccole e medie imprese nostrane dovranno essere pronte a cogliere. Una partnership economica con aziende di Paesi dove l’afflato di libertà della “Primavera araba” sta lasciando il campo al rarefatto clima dittatoriale deve avvenire tramite interlocutori affidabili. Questo è il ruolo che sindacati, università, Confcommercio, organizzazioni di categoria e, soprattutto, associazioni di immigrati e nuovi italiani presenti sul territorio possono svolgere: fungere da “teste di ponte” tra i due rami del Mediterraneo.

Una collaborazione economica possibile, quindi, ma imprescindibile da un integrazione culturale e religiosa. E’ qui che Caserta, ad ascoltare istanze dei presenti,, ha palesato tutti i limiti tipici del modello italiano. Assenza di una moschea che possa accogliere la comunità di 500-600 fedeli musulmani raccolti in preghiera, difficile convivenza tra gli ambulanti africani e gli esercenti locali, fallimento del progetto di costruzioni di un Centro di Servizi per gli immigrati che possa accompagnare il lavoro meritorio svolto,ad ora, solo da volontari come nel Centro sociale “ex canapificio”. E la criminalità organizzata. Nei confronti delle mafie Chaouki, che ha vissuto la realtà napoletana durante gli anni universitari, offre una chiave di lettura particolare: “Si parla troppo della malavita senza fare nulla. Se non c’è crescita, sviluppo e prospettive per i giovani immigrati o italiani che siano,la criminalità avrà sempre una forte attrattiva.Molta gente esasperata dal bisogno è costrettaad accettare compromessi con i malviventi”.

Per quanto riguarda gli immigrati, la situazione è aggravata dall’irregolarità normativa in cui sono costretti a vivere a causa di una legislazione arcaica. Il fondatore dei “Giovani Musulmani italiani”, spiegando come un Parlamento giovane e multiculturale, sollecitato da un presidente di Camera della sensibilità e competenza di Laura Boldrini, possa incidere sul processo d’integrazione, ha illustrato la proposta di legge “Bersani, Chaouki, Speranza, Kyenge”.

In sintesi, viene riconosciuta la cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori regolarmente residenti da almeno cinque anni, oppure chi arriva qui entro i dieci anni e conclude un ciclo scolastico o un percorso di formazione professionale. Un primo ed indispensabile passo verso una società multiculturale in cui si auspica la scomparsa di anacronistici appellativi come “nuovo” o “vecchio” quando si parla del diritto-dovere ad essere italiani.

Infine, la tessera onoraria del Pd Caserta e l’ultima stoccata di Chaouki al suo partito che da “neo casertano” definisce “di dinamiche complicate perché diviso in micro correnti”. “Le elezioni ci hanno dimostrato che la gente non ci capisce più. Un partito politico che si impegna nella realizzazione di obiettivi condivisibili senza, però, riuscire a trasmetterli alla persone, rischia che lo spot di un Berlusconi qualsiasi o di un nuovo Grillo spazzi via il lavoro di anni”.

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