Caldoro alla Merkel: “Germania consenta crescita con equità”

di Redazione

 NAPOLI. Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro dà il benvenuto alla cancelliera tedesca Angela Merkel, in vacanza in questi giorni a Ischia, …

… ma, citando il presidente francese, Hollande, le ricorda i rischi del populismo, la invita a consentire una crescita dell’Europa “con equilibrio ed equità e a fare in modo che austerità e rigore non dimentichino che è più in difficoltà, come i giovani della Campania. Qui – dice Caldoro – ci sono dieci giovani disoccupati per ogni giovane senza lavoro in Germania”.

Il videomessaggio è stato pubblicato sul sito caldoropresidente.it, con il titolo “Benvenuta Merkel nella nostra terra sempre ospitale. Ora però si guardi attorno”. Alla cancelliera tedesca, da ieri in vacanza a Ischia, Caldoro augura “un meritato riposo”, ringraziandola per aver scelto ancora una volta l’Italia e la Campania. Ma il governatore coglie l’occasione della presenza della Merkel per una riflessione sui rapporti all’interno della Ue.

“Questa crisi fa fallire le imprese, le fa chiudere, con ripercussioni sempre più gravi. Siamo ai limiti della rottura sociale”. “Non possiamo permetterci questa doppia Europa, nè permettere che si alimenti un sentimento antitedesco”, ragiona Caldoro. “Ma la cancelliera Merkel rifletta: c’è un Paese più forte che gode oggi dei benefici della crisi degli altri. E questa è un’Europa che non può continuare”.

Ischia, dove si trova Angela Merkel, è un pezzo dell’Europa del Sud: pensando all’Italia, alla Grecia, a Cipro, alla Spagna, Caldoro auspica che la cancelliera colga l’occasione della vacanza per “guardarsi attorno” rispetto ai problemi di questa parte dell’Unione. “Non può non esserci un richiamo a un Paese forte, che può decidere di cambiare, dando la disponibilità a modificare questa politica di rigore assoluto e di austerity. Diamo la possibilità di utilizzare i fattori di crescita e di sviluppo, per ‘farè davvero l’Europa”.

“Ci vuole – conclude il governatore campano – un’Europa che sappia anche rischiare, quando ha consapevolezza che la propria crisi, con le emergenze sociali e occupazionali, può finire per crearle dei problemi complessivi anche più gravi”.

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