Strisce blu, Smart: “Servizio sottrattoci illegittimamente”

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Dopo il comunicato stampa dell’amministrazione comunale che riportava lo stato dei rapporti tra la stessa amministrazione e la Smart Project, la società che ha gestito in Ati le strisce blu ad Aversa sino allo scorso mese di luglio, fa alcune precisazioni.

LaSmart Project evidenzia che “sono almeno quattro le azioni che abbiamo intrapreso nei confronti dell’amministrazione comunale di Aversa che ci ha inopinatamente sottratto il servizio in costanza di contratto e illegittimamente come hanno dimostrato le sentenze della giustizia amministrativa che hanno annullato tutte le interdittive antimafia che avevano visto implicate noi e i compartecipanti all’Ati”.

L’ultima richiesta di risarcimento, sempre secondo i dirigenti della Smart, “è stata avanzata perché negli ultimi tempi l’amministrazione aveva deciso di abolire il pagamento per gli stalli presso il cimitero, la domenica in alcune zone e ad abbassare i costi della sosta in alcune strade, il tutto senza abbassarsi conseguentemente il proprio compenso. Per quanto, poi, riguarda il pagamento di Tarsu e Tosap, la giustizia tributaria ha più che dimezzato l’accertamento del comune tenuto conto che gli stalli erano utilizzati per 12 ore al giorno e per 300 giorni l’anno”.

Il tutto inizia a fine luglio 2011, quando, a seguito di un’interdittiva antimafia all’Ati, l’allora amministrazione guidata dal sindaco Domenico Ciaramella revoca il contratto e, nello stesso tempo, per assicurare la gestione del servizio di sosta, concede una proroga nelle more di espletamento di una nuova gara. Nel frattempo, la società propone ricorso uscendo vittoriosa in Consiglio di Stato nel luglio 2012.

Intanto, però, a maggio scorso si è votato ed è stato eletto sindaco Giuseppe Sagliocco, nemico giurato di questo sistema di gestione delle strisce blu, che, di conseguenza, tra i suoi primi atti, ha adottato la revoca del servizio e della gara indetta dalla giunta Ciaramella dove si erano già avute anche delle offerte, perché non ha ritenuto il capitolato rispondente alle esigenze della città. Sempre in questi mesi, le società dell’Ati in questione venivano raggiunte da altre due interdittive antimafia, successivamente anch’esse annullate.

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