Puc e Ptcp, le osservazioni di Coppola

di Livia Fattore

 AVERSA. Il 2 luglio del 2012 è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Campania la delibera di approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta.

A partire dal 17 luglio del 2012 (data di entrata in vigore del detto piano) è cambiata, in parte, la disciplina degli interventi sul territorio nei 104 Comuni della Provincia di Caserta. Le novità che vedranno la luce con l’entrata in vigore del Piano provinciale sono di diverso tipo; alcune andranno in vigore durante il 2013, altre, più rilevanti, a gennaio 2014.

Per Alberto Coppola, docente di Legislazione Urbanistica alla facoltà di architettura della “Federico II” di Napoli, “….per tutti i Comuni della Provincia – nel rilascio dei titoli abilitativi edilizi – innanzitutto si dovranno rispettare anche le disposizioni precettive contenute nel piano territoriale provinciale (e, in proposito, potrà sorgere qualche difficoltà interpretativa per distinguere le disposizioni immediatamente vincolanti da quelle programmatiche, che dovranno essere specificate dai piani urbanistici comunali). Inoltre, i Comuni della Provincia di Caserta, tranne alcuni, – tra cui San Felice a Cancello, Villa Literno e Carinaro -, che hanno un piano urbanistico comunale (Puc) approvato ai sensi della legge regionale n. 16/2004 – potranno approvare varianti dello strumento urbanistico vigente esclusivamente per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico”.

Non è sicuro se la detta limitata possibilità di variante sia consentita anche ai Comuni dotati di un piano regolatore generale definitivamente approvato dopo l’entrata in vigore della legge regionale 16/2004 (ma in Provincia di Caserta non ce ne dovrebbero essere in tale condizione). La disposizione più importante, però, che deve interessare e preoccupare gli amministratori comunali, per Coppola “ ………è quella che prevede che, entro diciotto mesi dall’entrata in vigore del Ptcp – 17 gennaio 2014 -, dove non sarà stato definitivamente approvato il nuovo Puc entro la data indicata, i Comuni della Provincia di Caserta, saranno assoggettati alla disciplina edilizia prescritta per i Comuni sprovvisti di strumento urbanistico (cioè solo interventi di manutenzione o restauro degli edifici esistenti nei centri abitati, fuori dei quali si può costruire soltanto nel limite di 0,03 metri cubi per metro quadrato )”.

Questa carenza di disciplina urbanistica deriva anche dalla normativa statale, secondo cui le disposizioni degli strumenti urbanistici comunali – che destinano determinate aree all’inedificabilità assoluta per la realizzazione di opere od attrezzature pubbliche – hanno un’efficacia limitata a cinque anni. Dopo la scadenza di questo termine le dette aree sono assoggettate alla suindicata disciplina prescritta per i Comuni sprovvisti di strumento urbanistico. Pertanto, attualmente, si può ritenere che la detta decadenza si sia verificata per buona parte dei Comuni della Provincia di Caserta.

Gli amministratori comunali dell’Agro Aversano, e di Aversa in particolare, hanno ancora pochi mesi per provvedere, sempre che non vogliano, per scelta politica, fermare ogni modalità di nuova edificazione non approvando i nuovi Piani Urbanistici Comunali.

L’obbligo di redazione del Puc, oltretutto, potrebbe rappresentare, altresì, un’occasione importante per risolvere il drammatico problema degli abusi edilizi, oramai a migliaia nell’agro aversano, sempre che il legislatore regionale o statale lo voglia.

Per Coppola “un semplice, breve articolo di legge regionale o statale basterebbe a risolvere, almeno, gli abusi di ‘necessità’, comunque, in aree non a rischio idrogeologico o sottoposto a vincolo paesaggistico. Ma, evidentemente, – ritiene Coppola – i titolari della legislazione preferiscono lucrare elettoralmente sulla speranza, più che affrontare realmente il problema, lasciando la patata bollente alla magistratura”.

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