VILLA LITERNO. In merito alla decisione della Corte di Cassazione di annullare il provvedimento di scarcerazione, disposto dal Tribunale del Riesame nell’ottobre scorso nei confronti del consigliere regionale Enrico Fabozzi, intervengono i suoi legali Mario Griffo e Umberto Del Basso De Caro.
Si tratta di una decisione relativa esclusivamente alla sussistenza delle esigenze cautelari. La Suprema Corte ha già annullato le due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Napoli per mancanza di indizi di colpevolezza e per lassenza di riscontri oggettivi alle dichiarazioni dei pentiti.
Laccoglimento del riscorso contro la scarcerazione osservano Griffo e Del Basso De Caro non intacca minimamente le due sentenze della Cassazione a favore di Fabozzi. Annullando le due ordinanze cautelari, la Suprema Corte ha ribadito per ben due volte che a carico del consigliere regionale Enrico Fabozzi non ci sono prove e che i collaboratori di giustizia sono inattendibili.
E importante concludono i due avvocati non fare confusione tra due piani distinti e separati: quello delle esigenze cautelari; e quello delle accuse contenute nelle ordinanze. Lannullamento delle due ordinanze cautelari è un provvedimento assorbente rispetto alle esigenze cautelari.
In sostanza, le esigenze cautelari si applicano solo in caso di gravi indizi di colpevolezza, ma poiché la Cassazione ha sentenziato che non ci sono prove a carico del consigliere regionale Fabozzi, di conseguenza viene meno anche la valutazione dellapplicazione di misure restrittive, che quindi non vengono più prese in considerazione.