Attentato Brindisi: “Quel giorno scena mediorentale”

di Mena Grimaldi

 BRINDISI. “Quando arrivai sulla scena c’era una situazione surreale, sembrava il Medioriente”.

Così Francesco Barnaba, funzionario di polizia, ha detto giovedì mattina nel corso della settima udienza del processo a Giovanni Vantaggiato dinanzi alla Corte d’assise di Brindisi, imputato per l’attentato all’Istituto Morvillo Falcone del 19 maggio scorso nel quale morì la studentessa Melissa Bassi.

“Subito dopo l’esplosione – ha aggiunto parlando del clima di terrore diffusosi in città – giunsero segnalazioni, poi rivelatesi prive di fondamento, che indicavano la presenza di bombe anche altrove. I presidi ci chiedevano come comportarsi. Dicemmo loro di continuare con l’attività didattica. Ci furono genitori che andarono a prelevare i ragazzi da scuola”.

“Fu fatto un monitoraggio delle liste passeggeri dall’Albania e dalla Grecia – ha detto poi il funzionario della Digos della questura, Vincenzo Zingaro – che vennero analizzate al fine di rilevare personalità di interesse nell’ambito delle indagini. Gli accertamenti diedero esito negativo. I genitori si rifiutavano di portare a scuola i bambini perchè temevano che potessero ripetersi episodi simili. Siamo intervenuti in un istituto dove alcuni alunni avevano segnalato presenza di stranieri vicino alla scuola”.

Il processo riprenderà il 28 febbraio, quando verrà ascoltato come teste Cosimo Parato, secondo lui vittima di un altro attentato da parte di Vantaggiato anni fa.

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