“Aiutò la ‘ndrangheta”, condannato il giudice Giglio

di Mena Grimaldi

 MILANO. Condannato a 4 anni e 7 mesi di carcere il giudice Vincenzo Giuseppe Giglio, ora sospeso dal Csm, nel processo milanese sulla cosiddetta “zona grigia” della ‘ndrangheta.

Disposta anche l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Insieme a lui è stato condannato a 8 anni e 4 mesi, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, il consigliere regionale calabrese del Pdl Francesco Morelli.

Alcuni degli imputati dovranno anche versare un milione e 400 mila euro al Comune di Milano che si era costituito parte civile per i danni patrimoniali e non patrimoniali. Sia il consigliere Morelli che il giudice Giglio, all’epoca presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, erano stati arrestati nel novembre 2011 nell’operazione della Dda di Milano coordinata da Ilda Boccassini contro la cosca Valle-Lampada infiltrata in Lombardia anche grazie ad appoggi nella cosiddetta “zona grigia”.

Morelli era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, mentre Giglio rispondeva di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento aggravato dalla presunta agevolazione del clan.

Secondo l’accusa, Giglio si sarebbe rivolto al consigliere Morelli per far ottenere a sua moglie la nomina a commissario della Asl di Vibo Valentia e Morelli avrebbe invece chiesto e ottenuto dal giudice notizie riservate su indagini.

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