Maradona, nessuno sconto: dovrà pagare il Fisco

di Redazione

MaradonaNessuno sconto per Diego Armando Maradona, che dovrà pagare fino all’ultimo euro della multa milionaria causata da evasione fiscale. Smentita, dunque, la rassicurazione contraria fornita dal suo avvocato nella mattinata di venerdì.

“La Commissione tributaria centrale non ha annullato, né dichiarato estinto, né modificato il debito che il signor Diego Armando Maradona ha con l’erario italiano”. Lo afferma l’Agenzia delle Entrate che, anzi, sottolinea come sia stata “rigettata” la richiesta di adesione al giudizio sul Napoli avanzata dal calciatore.

In mattinata il legale di Maradona, Angelo Pisani, aveva annunciato che il campione argentino aveva definitivamente vinto la sua battaglia con il fisco italiano, che pretendeva circa 40 milioni di euro, e “ora può tornare in Italia da uomo libero”.

LA SENTENZA. “Non soltanto – aveva spiegato Pisani – si conferma definitivamente la sentenza di appello numero 126 del 29 giugno 1994 sulla nullità dell’accertamento fiscale carente di prova delle violazioni da parte del fisco e da quel giorno favorevole ai calciatori e alla società sportiva Calcio Napoli, ma si certifica che comunque dal 2001 l’obbligazione nei confronti anche diMaradonaera già estinta oltre che per l’annullamento per l’accertamento fiscale, anche per condono da parte del Calcio Napoli e che dunque Equitalia e Agenzia per le Entrate in tutti questi anni piuttosto che esigere crediti veri hanno solo perseguitato il più grande calciatore del mondo facendolo scappare dall’Italia e costringendolo a non metterci più piede per una pretesa infondata e tasse non dovute, delle quali addirittura avevano già ottenuto il pagamento per effetto del predetto condono da parte della società sportiva”.

LA VICENDA. Le prime “frizioni” tra il fisco italiano ed il “Pibe De Oro” risalgono ai primi anni ‘90. Poi nel 1999 gli ispettori del fisco contestano ufficialmente a Maradonache tra il 1985 e il 1991, non avrebbe dichiarato tutti i propri redditi. Il conto presentato allora fu di 60 miliardi di vecchie lire tra imposte evase, sanzioni e interessi di mora, poi rideterminato in 40 milioni di euro. Ecco alcune delle tappe principali della vicenda. Fino ad oggi famosi sono gli episodi di pignoramenti di oggetti preziosi, da parte della Guardia di Finanza, ogni qualvolta il campione argentino ha messo piede sul territorio italiano.

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